Venti minuti da soli, più un'ora abbondante in compagnia dei rispettivi staff. Cronometro alla mano, è durato di più l'incontro di ieri tra Virginia Raggi e Roberto Gualtieri, rispetto a quello con Michetti di venerdì.
Incontro Gualtieri-Raggi, i punti di contatto
Qualche punto di contatto tra «Roberto» e «Virginia» però c'è. Parlano dei tavolini extra concessi ai ristoranti, «una misura che ha abbellito tante piazze», concede l'ex ministro dell'Economia. Discutono del piano della mobilità, «non ho pregiudizi sui progetti che hai portato avanti in questi anni, non vogliamo disfare tutto», la garanzia. Con qualche paletto: la funivia tanto amata dalla grillina, «non convince i nostri tecnici», spiega Gualtieri. E il tram sui Fori imperiali? Il dem non è convinto: «Così non si raggiungerebbe mai l'unità dell'area archeologica». Ma c'è la disponibilità a dialogare, per esempio sulla sfida dell'Expo. Gualtieri ringrazia Raggi, spiega che adesso andrà designato «il comitato promotore», un organismo «aperto», promette. E in cui la grillina, se volesse, potrebbe avere un ruolo. Non se lo dicono così, dritto, ma è il senso che riferiscono gli entourage.
Altro punto di convergenza, tutto politico: il ballottaggio nel municipio di Tor Bella Monaca, l'unico distretto dove i grillini se la giocano al secondo turno, contro il candidato della Meloni. Ci sarà l'«unità contro le destre», che Gualtieri spera di cavalcare per il match del Campidoglio. Nel Pd sono convinti: sarà più di un semplice patto di non belligeranza. Almeno sul territorio. Anche a Raggi fa comodo spuntarla in una delle periferie simbolo. Anche perché pur pensando al ruolo nazionale nel M5S, non può, almeno fino alle elezioni politiche del 2023, abbandonare la scena romana. Manca un anno e mezzo al rinnovo del Parlamento e per essere messa in lista in posizione di vertice (insomma, eleggibile) deve radicare il suo 19%, strutturarlo. Le liste civiche per Virginia saranno un «movimento politico». I rappresentanti si riuniranno domani, per oggi invece Raggi ha convocato i grillini romani nella nuova sede del M5S contiano in via di Campo Marzio. E già montano i dissidi interni: «Raggi ha escluso chi sosterrà Gualtieri», i veleni via chat. E ancora: «A che titolo usa la sede?». Replica la sindaca: «Nessuno vuole creare correnti».
Il ruolo di Conte
Gualtieri resta concentrato sul ballottaggio. L'ex ministro ha parlato di «neutralità» della sindaca. «Ma siamo passati da una neutralità ostile a una neutralità semi-benevola», dicono i grillini pro-dem. Nel Pd si aspettano un nuovo appello di Conte, che vada oltre la «stima» espressa per l'ex titolare del Tesoro. Almeno un «voto personale», dato che l'ex premier risiede a Roma e andrà al seggio in centro storico. Si vedrà. «Sono fiducioso e rispettoso del dibattito interno», ragiona Gualtieri. Che spera di calamitare anche gli elettori «di centrodestra a disagio» per le uscite di Michetti, vedi il caso Shoah.