Ostia, 15enne violentata davanti al fidanzato dai cugini di lui. Agli arresti un calciatore

Ai domiciliari due fratelli di 23 e 24 anni. Anche l’altro giovane è uno sportivo. L’accusa è stupro di gruppo aggravato

Giovedì 29 Settembre 2022 di Michela Allegri e Alessia Marani
Si rifiuta di fare sesso di gruppo e viene violentata dal branco a 15 anni, choc a Ostia

Si era fidata. Aveva seguito il fidanzatino di 16 anni, poco più grande di lei, nell’auto dei suoi due cugini di 23 e 24 anni, ora ai domiciliari con l’accusa di violenza sessuale di gruppo. Loro prima le hanno chiesto di avere un rapporto di gruppo e poi, al suo diniego, l’hanno costretta a subire la violenza, a turno. L’orrore è avvenuto a Ostia, sul litorale romano. È successo due volte: nell’ottobre scorso e, un mese dopo, gli abusi si sono ripetuti nell’abitazione del sedicenne che avrebbe assistito di nuovo agli abusi sulla sua ragazza, senza difenderla, e per questo motivo è stato indagato. 
 

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FRAGILITÀ
Vittima è una quindicenne, giovanissima, particolarmente fragile e sensibile per via di alcuni problemi psichici.

Dopo essere stata accolta nell’appartamento dal fidanzatino ed essere rimasta da sola con lui, si è ritrovata di fronte i due aguzzini: una trappola. La aspettavano nella sala da pranzo e, ancora una volta, è stata obbligata a sottostare alle loro pretese. Dopo l’orrore, un lungo silenzio: ci sono voluti quasi dieci mesi prima che l’adolescente trovasse finalmente il coraggio di aprirsi e parlare con la mamma, nel frattempo preoccupata e messa in allarme dal suo atteggiamento divenuto profondamente schivo e cupo. Anche a scuola i professori avevano notato che l’alunna era cambiata: niente più sorrisi, battute con le amiche, qualche volta addirittura piangeva.

 

LA DENUNCIA
Ora per quei due ventenni, boriosi e supersportivi - uno è un boxeur, l’altro un calciatore - il gip ha disposto l’arresto. I due cugini sono accusati di violenza sessuale di gruppo aggravata dalla minore età della vittima, mentre la posizione del sedicenne è al vaglio della Procura dei minorenni.
La denuncia della madre della ragazzina risale a poco prima dell’estate. La donna non appena ha ascoltato il racconto angoscioso della figlia si è precipita al commissariato del Lido, in via Genoese Zerbi. 


«IO NON VOLEVO»
Tra le lacrime, ha spiegato agli agenti l’inferno che la sua bambina stava vivendo, quegli abusi subiti da ragazzi più grandi di lei: «Vi prego aiutatela a uscire da questo incubo. Le hanno fatto del male». La vicenda è di quelle delicate. Quei ragazzi vanno fermati. I poliziotti non perdono tempo e avviano da subito le indagini. Decidono di ascoltare la quindicenne in un incontro protetto e con l’aiuto di una psicologa. I ricordi della ragazzina, studentessa delle superiori, affiorano nitidi parola dopo parola. «Io non volevo, mi hanno costretto, il mio ragazzo l’avevo conosciuto poco tempo prima, e dopo l’ho lasciato. Non voglio più vederlo neanche per un attimo: ha assistito e non mi ha difeso. Mi sono sentita in trappola», è il senso della sua testimonianza.


IL TELEFONINO
Gli investigatori ottengono i primi riscontri, si rendono conto che quel fidanzatino probabilmente era succube dei cugini più grandi, forse voleva farsi “bello” ai loro occhi. Va comunque inquadrato con esattezza il suo grado di responsabilità. Quando l’informativa sul caso viene inviata in Procura, il pm chiede l’arresto. Gli elementi sono ritenuti sufficienti dal gip per disporre i domiciliari a carico dei due maggiorenni. Gli investigatori, inoltre, hanno anche sequestrato il telefonino e altri oggetti personali della 15enne, tra cui quaderni e libri, per verificare il contenuto dei messaggi e le prove che incastrerebbero gli aguzzini. 

Ultimo aggiornamento: 30 Settembre, 14:50 © RIPRODUZIONE RISERVATA