Da Ostia a Fregene, la mareggiata sul litorale devasta gli stabilimenti: le onde arrivano alle case

Proseguono i crolli delle strutture, chioschi e pedane trascinati in mare mentre oltre un metro di acqua invade i locali più bassi.

Lunedì 12 Dicembre 2022 di Moira Di Mario e Fabrizio Monaco
Da Ostia a Fregene, la mareggiata sul litorale devasta gli stabilimenti: le onde arrivano alle case

Litorale romano in ginocchio per la mareggiata che tra sabato e ieri ha sferzato la costa. Il mare ha spazzato via metri di spiaggia da Ostia a Fregene, passando per Fiumicino. Danneggiate anche le protezioni messe dai balneari per tutelare gli stabilimenti ed evitare che il mare entrasse nelle strutture. A Ostia sono crollati chioschi e pedane, l'acqua ha invaso i locali più bassi, rendendo gli arenili liberi e in concessione di fatto inaccessibili. Il Christmas Village, il mercatino natalizio allestito sulla spiaggia del Capanno, è rimasto forzatamente chiuso per tutta la giornata. Le raffiche di vento hanno risparmiato le cabine trasformate in gazebi artigianali, ma sono state lambite dal mare. Preoccupante la situazione al Kursaal, lo stabilimento della Dolce Vita felliniana, ma anche allo Sporting Beach, allo Shilling dove la forza del mare ha continuato a distruggere le strutture rimaste in piedi dopo il maltempo di un apio di settimane fa.
Danni anche in piazzale Magellano dove l'erosione ha continuato la sua opera, scavando nella sabbia e mettendo in pericolo le spiagge, ormai ridotte a strette lingue di terra o addirittura scomparse.

La costa di Levante, dal Canale dei Pescatori a lungomare Amerigo Vespucci fino al confine con Castel Porziano appare uno spettacolo desolante. Ore difficili quelle di ieri anche in riva al mare per Fregene. Quasi un colpo di grazia per quelle strutture già messe a dura prova dalle precedenti mareggiate. Allo stabilimento la Nave il mare ha di nuovo investito la grande vetrata del ristorante, le onde hanno sferzato la struttura riaperta miracolosamente, comprese le ultime cabine rimaste in piedi, ormai sotto prolungato assedio. Alla Vela, distrutta e chiusa dalla tempesta del 22 novembre ci sono stati altri danni, l'acqua ha finito di buttare giù tutto il tavolato esterno e ha scavato sotto parte di ciò che era rimasto in piedi, con la sabbia e le onde che hanno invaso il bar.

 


All'Ondina sono crollate le cabine del primo gruppo, gli scogli messi a protezione sono serviti a poco. Ma sono un po' tutte le strutture balneari a temere crolli e cedimenti perché il mare scava sotto le fondamenta e nessuno può sentirsi al sicuro. Problemi anche a Focene, in particolare nella zona più vicina a Fregene, «Mare Nostrum», le prime case del centro balneare.


IL COMUNE
«Il mare è arrivato ai muri delle case dice Toni Quaranta, il delegato del sindaco alle politiche della balneazione ha sfondato tutto, senza più freni. Sono demoralizzato e penso di dimettermi, in tutti questi anni non si è riusciti a fare nulla di serio per contrastare la fine del litorale romano. Ora siamo al capolinea, la nuova amministrazione dovrà pensare sul serio a un piano straordinario per salvare la costa. In ballo non c'è il futuro ma il presente di 24 chilometri di spiagge e delle stesse case retrostanti sul lungomare». Federbalneari Roma lancia l'allarme. «Il mare e il vento hanno spazzato via in poche ore le protezioni che con il lavoro di una settimana si erano approntate. Proseguono i crolli delle strutture, chioschi e pedane trascinati in mare mentre oltre un metro di acqua invade i locali più bassi. Forse oggi sottolinea il presidente Massimo Muzzarelli - riusciremo a valutare la reale entità dei danni». Intanto è atteso in settimana un incontro con la Regione per provvedimenti di emergenza.

Ultimo aggiornamento: 16:15 © RIPRODUZIONE RISERVATA