Caro bollette, l'sos dal litorale romano: «Non arriviamo a Natale». Strade a rischio buio per le feste

Le proteste dei commercianti: «Così le luminarie ci costano troppo»

Giovedì 13 Ottobre 2022 di Moira Di Mario
Caro bollette, l'sos dal litorale romano: «Non arriviamo a Natale»

Rischiano di chiudere prima di Natale molti ristoranti e bar a Ostia e nell'entroterra. È l'effetto del caro bollette che ha triplicato i costi per gli esercenti, arrivati allo stremo. «Così non ce la facciamo più.

O il nuovo Governo interviene in tempi rapidi, oppure l'alternativa è abbassare le saracinesche», lanciano l'allarme i titolari dei locali. Per la verità già da qualche settimana nel X Municipio sono decine i bar che hanno già chiuso. E non per ferie. «Bollette dell'energia triplicate commentano i baristi che ancora resistono che ci hanno costretto ad aumentare i listini di circa il dieci per cento solo per sopravvivere. Non possiamo chiedere tre euro per un caffè anche se il prezzo attualmente sarebbe quello. Non entrerebbe più nessuno».

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Destino simile per i ristoratori e per i commercianti. A incidere di più sono le bollette dell'energia. «Non possiamo spegnere i frigoriferi e le macchine del caffè dice Riccardo Maiani, titolare di un bar al centro di Ostia e di un ristorante a Ostia Antica stiamo resistendo, ma non è facile. Abbiamo ritoccato i prezzi del dieci per cento a fronte di rincari del duecento per cento per il gas e l'energia e fino al trecento per cento per le materie prime. Finora sono riuscito a non tagliare sul personale, ma non c'è più margine e sto sopravvivendo. Con i miei colleghi veniamo da due anni di Covid e oggi combattiamo contro un mostro più grande di noi. Andiamo avanti, ma non so ancora per quanto». Alcuni hanno già chiuso, altri lo faranno prima di Natale, mentre altri ancora stanno pensando di rimanere aperti solo durante il fine settimana. Qualcuno ha anche messo le bollette in vetrina per giustificare l'incremento dei prezzi. Problemi simili anche per i commercianti delle vie dello shopping che resistono «per arrivare almeno a dicembre dicono alcuni negozianti di via delle Baleniere e sperare di incassare qualcosa in più anche se per molti di noi non sarà facile superare novembre, il mese in cui storicamente si vende meno. Abbiamo iniziato ad abbassare le luci che illuminano le vetrine, ma se non ci sarà una soluzione rapida saremo costretti a spegnerle». La possibilità di una desertificazione commerciale è insomma dietro l'angolo con il rischio anzi la certezza che a guadagnarci sia la criminalità. Il ricorso agli usurai per riuscire a pagare affitti e bollette o addirittura la decisione di svendere l'attività a chi ha invece la necessità di lavare il denaro. Bar, ristoranti e negozi utilizzati come grandi lavatrici in mano a malviventi senza scrupoli. Per questo Ascom Confcommercio Litorale sud lancia una proposta a medio termine al nuovo Governo che tuteli anche i consumatori: la delocalizzazione del fotovoltaico.

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«Ad oggi dice la presidente Ascom e vicepresidente Fipe Roma, Valeria Strappini - solo le amministrazioni comunali fino a ventimila abitanti in possesso di impianti fotovoltaici possono attivare un contratto di scambio sul posto delocalizzato, ovvero produzione e consumo in luoghi diversi. Chiediamo di estendere la legge a tutti i comuni in modo che anche i privati in possesso di fotovoltaico possano distribuire energia agli altri e incentivare le imprese a gruppi di autoconsumo di energia rinnovabile. Consentire la produzione ed il consumo autonomo di energia rinnovabile anche per gruppi di consumatori privati, permetterebbe a molte aziende di investire nel proprio impianto fotovoltaico e attivare un meccanismo di auto consumo anche se l'impianto non è installato nell'area della propria attività. Le imprese conclude Strappini - rientrerebbero dei costi senza ricadute sui prezzi a scapito dei consumatori e senza ricorrere a nuovi incentivi da parte del Governo, proiettando finalmente il mondo delle piccole e medie aziende in una dimensione ecosostenibile».
 

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