Trentadue milioni di euro da sborsare sono troppi per le casse del Campidoglio.
Centro e Prati, varchi per il numero chiuso. Pronto lo stop al traffico
Lockdown, Roma verso lo stop nei weekend a mercati e maxistore. Chiuse metro Spagna e Flaminio
LE PROTESTE
Parliamo di 11mila residenti (quasi 8mila soltanto nel cuore della città), quasi 6mila tra dipendenti e imprenditori con l’ufficio o il negozio in aree interdette al traffico, circa 1.800 padroncini di veicoli commerciali e poco meno di 3mila auto di rappresentanza intestate ad enti pubblici o di cosiddetta pubblica rilevanza, che per poter circolare e parcheggiare nell’area del Centro storico, nel Tridente, a Trastevere, a Testaccio o a San Lorenzo hanno speso fino a 2mila euro all’anno. Dopo centinaia e centinaia di mail inviate dai residenti e, soprattutto, dopo la minaccia di una class action o di ricorsi al Tar arrivati dal Codacons e dai comitati civici, il Campidoglio aveva deciso che sarebbe venuto incontro alle richieste dei possessori del tagliando per circolare in Centro. In una lettera inviata a settembre dall’ufficio del Gabinetto della sindaca ad alcuni cittadini, era stato comunicato che il Comune era pronto a prorogare le autorizzazioni per gli accessi nell’area Ztl per un periodo pari a quello dello stop deciso durante il lockdown e la fase 2 della pandemia. Quindi, i sei mesi intercorsi tra marzo e agosto. Ma da allora non si è mosso più nulla né è stata firmata la determina necessaria per chiudere questa operazione.
LE RASSICURAZIONI
Anche su input della sindaca, a settembre, il dossier è stato trattato dai funzionari del Dipartimento della mobilità. I quali però sono stati subito richiamati dai loro colleghi della Ragioneria e dell’Avvocatura: allungare i permessi - è stato spiegato loro - potrebbe essere rischioso oltre che altamente oneroso (circa 32 milioni di euro). Infatti, bisogna anche trovare le coperture in bilancio. Due le problematiche che ostacolano ogni forma di ristoro. Da un lato, perché il Campidoglio rischia di commettere un danno erariale rinunciando ai fondi per il servizio; dall’altro, si potrebbe introdurre un pericoloso precedente amministrativo e giuridico, che darebbe il via libera in futuro al rimborso per tutte le utenze e i servizi comunali, non erogati nel modo adatto. Sul primo aspetto poi, quello del danno erariale, i tecnici hanno fatto notare che servirebbe una norma, come quella inserita nei Dpcm dal governo, per ristorare gli abbonati del trasporto pubblico locale senza oneri per Palazzo Senatorio. In quell’occasione l’esecutivo non soltanto si è preso tutte le responsabilità giuridiche del caso, ma ha anche impiegato risorse proprie. Con il risultato che il costo dell’operazione non ha avuto impatti né sui bilanci dei Comuni né delle loro controllate che si occupano di trasporto. Ora la decisione passa alla politica, cioè alla giunta Raggi che da sabato ha riaperto i varchidella zona a traffico limitato. Ma di fronte a tutti i rischi paventati dagli uffici, è stato deciso di congelare i rimborsi per gli abbonati della Ztl. Molto probabilmente per sempre. Si profilano quindi all’orizzonte una nuova beffa per i romani e, soprattutto, l’apertura di molti contenziosi legali.