Covid Roma, Il 5% dei medici di base rifiuta il vaccino: rischio spreco per le dosi

Lunedì 11 Gennaio 2021 di Flaminia Savelli
Covid Roma, Il 5% dei medici di base rifiuta il vaccino: rischio spreco per le dosi

In lista e con la dose prenotata, Ma non si presentano all'appuntamento con il rischio che il siero non possa essere utilizzato.
Perché il Pfizer, il vaccino che viene dal gelo va conservato a - 70 gradi e somministrato entro le sei ore dalla preparazione.
Eppure una piccola ritirata dell'ultimo minuto si sta registrando tra i medici di base: il 5% dei 2000 chiamati per il siero anti Covid non si è presentato al centro vaccinale.

Con la campagna regionale avanza a pieno ritmo nella somministrazione delle 270 mila dosi destinate al Lazio. Mentre la Pisana sta procedendo con il programma della Fase 2 coordinando il Comitato nazionale di Bioetica si sta riunendo per stabilire i gruppi target a cui destinare le prossime scorte. E ancora, la piattaforma regionale per medici di libera professione, pediatri e odontoiatri che su base volontaria potranno iscriversi alle liste delle equipe di somministrazione. Intanto ieri il totale dei vaccinati, tra medici e pazienti delle Rsa, ha toccato quota 68 mila. Ma c'è il nodo delle dosi in avanzo ancora da sciogliere. Perché già con una scorta così limitata il rischio è appunto, che non possano essere utilizzate. «Il vaccino lo ricordiamo non è obbligatorio- precisa Michele Lepore, medico di base e responsabile Uscar- ma questa è una fase troppo delicata della pandemia. I colleghi che non vogliono essere vaccinati hanno la libertà di farlo. Ma hanno la responsabilità morale e professionale di avvisare e togliersi dalla lista».

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Al momento il sistema non è stato rallentato dalle defezioni dell'ultimo minuto: il numero dei dottori in lista, e delle dosi da somministrare, è ancora limitato. Dunque gli operatori si stanno limitando a far scorrere i nominativi: «Se questo problema- aggiunge Lepore- non verrà risolto quanto prima, quando le dosi arriveranno in quantità massicce ci troveremo con numeri ben più seri. Con il rischio che il sistema vada in tilt».

 


IL PRECEDENTE
Il primo allarme, per le dosi in avanzo, era scattato la scorsa settimana nelle Rsa. In cima all'elenco dei primi vaccinati, ci sono infatti gli anziani pazienti ricoverati nelle case di cura.
Ma alcuni anziani alla vista dei camici bianchi, della fiala e della siringa hanno rifiutato l'iniezione. Con una medi di 2 pazienti su 10, «soprattutto per paura» hanno spiegato i dottori incaricati di somministrare la fiale. Ma anche in questo caso si tratta di dosi contate. E così come hanno provveduto nei centri vaccinali i medici di base, anche nelle case di riposo gli operatori hanno fatto scorrere la lista. Una spia che si è accesa non solo nel Lazio. A Modena, in Emilia Romagna, è stato aperto un fascicolo d'indagine: mille sanitari si sono sottoposti al vaccino anti-Covid presso l'ospedale Baggiovara. Quando i responsabili della somministrazione si sono ritrovati con undici dosi ancora inutilizzate, hanno attivato il protocollo che prevede la chiamata a tutti gli aventi diritto al siero al lavoro in quel momento in ospedale. Mentre le lancette correvano, gli operatori hanno contattato alcuni parenti iniettando loro il vaccino. Un caso su cui stanno indagando i Nas: una questione dunque spinosa e delicata non ancora risolta.
Flaminia Savelli
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Ultimo aggiornamento: 18:25 © RIPRODUZIONE RISERVATA