Vaccino Covid, scorte finite nel Lazio: stop ai medici di base

Domenica 14 Marzo 2021 di Lorenzo De Cicco
Vaccino Covid, scorte finite nel Lazio: stop ai medici di base

Nei super-frigo delle Asl romane i vaccini anti-Covid sono quasi finiti. La Regione Lazio è stata costretta a bloccare la somministrazione di AstraZeneca in tutti gli studi medici della Capitale.

Dopo una riunione in video-call dell’Unità di crisi della Pisana, ieri i dirigenti dei distretti sanitari hanno scritto ai dottori di famiglia per informarli che «con decorrenza immediata sono bloccate le consegne del vaccino AstraZeneca causa mancata fornitura». È il primo, pesantissimo stop alla campagna di vaccinazione del Lazio, la regione che ha somministrato finora più dosi di tutti in Italia, seconda solo alla Lombardia, dove però è stato inoculato l’83% delle fiale a disposizione. Nel Lazio si è arrivati al 93%. Senza nuove boccette a disposizione, le scorte nei magazzini si stanno rapidamente esaurendo. I congelatori degli hub potrebbero ritrovarsi a secco tra meno di una settimana, secondo quanto dichiarato due giorni fa dall’assessore alla Sanità, Alessio D’Amato.

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La spia che svela la crisi delle forniture è lo stop ai medici di medicina generale, che dall’8 marzo a oggi hanno somministrato 55mila dosi, con 2.188 ambulatori coinvolti su 4.216 nel Lazio. La macchina delle somministrazioni anziché accelerare, si è bloccata di colpo: manca la benzina. Le dosi. «Per decisioni regionali ed aziendali comunicate per le vie brevi nella tarda serata di ieri 12/03/2021 - si legge in una lettera dell’Asl Roma 1 - da oggi dobbiamo sospendere le forniture del vaccino AstraZeneca». Ai dottori di famiglia viene quindi ordinato «di interrompere le richieste di tale farmaco tramite il sistema informativo regionale. Sono sospese, inoltre, le consegne delle fiale già presenti» in alcuni magazzini «e per cui era stato concordato un appuntamento per il ritiro da parte di voi colleghi di medicina generale». La decisione, spiega la Asl, «è motivata da carenze di distribuzione e dalla necessità di garantire la fornitura ai grandi centri di vaccinazione. Per tale ragione dobbiamo per ora sospendere anche l’avvio delle vaccinazioni anti-Sars-CoV-2 che stavamo programmando presso le sedi Asl». Insomma, con le poche dosi che restano e le pochissime che arriveranno nelle prossime settimane, la Pisana punta ad approvvigionare i grandi hub. La coperta è corta e i medici di base rimangono all’asciutto.

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Dietro al blocco delle consegne «non vi è nessun legame con i decessi avvenuti dopo la somministrazione di AstraZeneca», precisa la Asl 1. Anche la Roma 2 spiega che il motivo della sospensione è la «mancata fornitura».

Il blocco delle somministrazioni negli studi, inevitabile col drastico calo delle scorte, arriva nel momento peggiore per il Lazio, che da domani diventa zona rossa. Ieri si è registrato il picco di positivi dal 6 gennaio: quasi 2mila nuovi casi in 24 ore, 1.998. Mai così tanti dalla Befana in poi. A Roma i contagi tracciati dalle Asl sono stati oltre 800, un altro preoccupante balzo. I posti letto occupati nei reparti Covid sono 2.172, il 20% in più rispetto a due settimane fa. È cresciuta la pressione nelle terapie intensive: i ricoverati sono 278, contro i 216 di 14 giorni fa (+29%). Il Lazio ha superato quota 668mila dosi inoculate, è la regione che ha vaccinato più anziani, 225mila over 80, si viaggia al ritmo di 20mila fiale iniettate al dì. Ma se i freezer delle Asl non saranno rimpinguati a dovere a stretto giro di posta, il blocco imposto ai medici di base sarà stata solo la prima, brusca frenata.
 

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