Moderna per i richiami booster. Pfizer soltanto per vaccinare gli under 18 e per prime le dosi ai No vax che hanno cambiato idea e hanno scelto di immunizzarsi. Il tutto in attesa dell’arrivo nei depositi del Lazio anche di Novavax, l’ultimo vaccino appena da autorizzato dalle autorità sanitarie Ema (Unione europea) e Aifa (Italia) e che dovrebbe registrare le prime consegne a metà febbraio.
Omicron, scienziati al lavoro sul vaccino universale: proteggerà da tutte le varianti, ecco i tempi
A differenza che in passato sarà più difficile scegliere nel Lazio il farmaco con il quale vaccinarsi.
Eppoi non si deve dimenticare che Pfizer è l’unico che si può somministrare agli under 18, stando alle disposizioni delle autorità sanitarie. Oltre al fatto che essendo quello più conosciuto - è stato tra i primi a essere utilizzato per le vaccinazioni - continua a essere più richiesto dagli utenti. Anche se non c’è alcuna rilevazione medica che abbia dimostrato che questo prodotto sia migliore di altri a tecnologia mRna. Non a caso l’assessore alla Sanità del Lazio, Alessio D’Amato, ha sempre ribadito: «Non esiste alcuna differenza tra i vaccini autorizzati di case diverse. Il problema caso mai è quello di farsi immunizzare il prima possibile, di prenotare il primo posto disponibile. Anche perché le dosi non mancano». Attualmente ce ne sarebbero oltre 2 milioni.
Il Lazio, sul fronte della vaccinazione, è sopra la media nazionale. Nell’ultimo bollettino diffuso ieri dalla Regione, l’unità di crisi Covid spiega che sono stati «superati i 12,6 milioni di vaccini complessivi, superate le 3,4 milioni di dosi booster effettuate. Ed è stato raggiunto l’obiettivo del 70 per cento di copertura con dosi booster della popolazione adulta. Mentre nella fascia pediatrica 5-11 anni sono oltre 120 mila i bambini con prima dose». Ma c’è ancora molto da fare, come spiega l’assessore D’Amato e non soltanto perché nel Lazio ci sono ancora oltre 160mila No vax da convincere, che finora non si sono fatti iniettare neppure una dose.
I NUMERI
Nella fascia tra i 5 e gli 11 anni, quella che grazie alla vicinanza al Covid si è dimostrare il principale veicolo di trasmissione con la variante Omicron, è stato “protetto” con il richiamo soltanto un bambino su dieci: cioè in 44.897 contro i 375mila della platea potenziale. Questo dice l’ultimo monitoraggio del governo. Dal quale si evince anche che deve fare il booster la metà dei ragazzi tra i 12 e i 18 anni (oltre 325mila). Senza contare che nelle scorse ore lo stesso D’Amato ha segnalato che metà delle future mamma ha scelto, temendo conseguenze per il nascituro, di non immunizzarsi, nonostante gli studi fatti non riscontrino rischi. In quest’ottica si spera di dare un’ulteriore accelerazione con l’arrivo di Novavax, prodotto a base proteica, non con tecnologia a mRNA. Cioè non c’è il frammento di acido ribonucleico messaggero utile a far produrre la sola proteina spike, che ha scatenato i dubbi e le paure di molte persone. La Regione è già pronta a disporre 15 hub questo farmaco, che dovrebbe essere utilizzato soltanto per le prime dosi.
Profilo Abbonamenti Interessi e notifiche Newsletter Utilità Contattaci
Logout