Nel Lazio debutta il richiamo in vacanza. La Pisana ha aperto le prenotazioni del vaccino, solo per la seconda dose, a chi ha ricevuto la prima in un’altra regione.
SUL PORTALE
In ogni caso il primo segnale è arrivato. Collegandosi al portale regionale (prenotavaccino-covid.regione.lazio.it), compare la nuova opzione. Insieme alle altre categorie già autorizzate, può riservare «la seconda dose della vaccinazione» anche chi ha ricevuto la «somministrazione della prima dose fuori regione». Si vedrà quale sarà la risposta dei turisti. Certo è che, senza forniture di rinforzo, l’operazione potrà contare su numeri limitati: «É un’opzione aperta finché ci sono le dosi - conclude D’Amato - Diamo il servizio con le forniture che abbiamo, che non sono tantissime».
I CAMPER
Ai vacanzieri non ancora vaccinati - che risiedano nel Lazio o nel resto d’Italia - è offerta un’altra possibilità. Si può ottenere l’iniezione a pochi passi dal bagnasciuga, sfruttando i camper itineranti delle Asl. Da inizio luglio vanno in giro per le località balneari, con le scorte del mono-dose Johnson & Johnson nel frigo del van. Basta una puntura e si è immunizzati. Niente richiamo. Dopo Ladispoli e Marina di San Nicola, ieri è stata la volta di Santa Marinella. Oggi invece l’unità mobile dell’Asl Roma 4 stapperà le boccette di J&J sul lido di Santa Severa. Il 16 luglio sarà la volta di Civitavecchia.
L’ultima accelerata alla campagna di vaccinazione serve anche a contenere gli effetti della variante Delta, molto più rapida nella trasmissione rispetto alle mutazioni finora in circolo. Il ceppo «indiano», come ha rivelato l’ultimo rapporto dell’istituto Spallanzani, è già dominante nella regione. Riguarda il 50% dei casi. E la proporzione è destinata a crescere: ad agosto dovrebbe superare il 70%, soppiantando la variante inglese. Fino a quando il Lazio non centrerà il traguardo dell’immunità di gregge (70% di adulti vaccinati), i contagi aumenteranno. Oggi i positivi sono in larghissima parte giovani: il 75% dei nuovi contagiati ha tra i 20 e i 29 anni. Una fascia d’età che al 50% non ha ricevuto nemmeno una dose.
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