Vaccini Lazio, dai medici di base senza fasce d'età. «Tocca anche ai 30enni»

Giovedì 13 Maggio 2021 di Camilla Mozzetti
Vaccini Lazio, dai medici di base senza fasce d'età. «Tocca anche ai 30enni»

Scorrono le liste dei propri mutuati e a breve - è ormai questione di giorni - i medici di famiglia non avranno più assistiti che rientrano nelle categorie cosiddette “protette” indicate dalla Regione, (ovvero gli anziani, gli over 70, le persone tra 50 e 60 anni ma anche i fragili) da vaccinare. Perché tutte queste persone sono state immunizzate contro il Covid nei loro ambulatori oppure negli hub regionali.

E allora per non lasciare migliaia di camici bianchi in “panchina” scatta un nuovo impegno: quello di aprire gli studi medici alla vaccinazione di “massa”. Anche perché proprio il Lazio è pronto ad anticipare la direttiva del Commissario per l’emergenza Francesco Paolo Figliuolo sul superamento delle fasce d’età, come criterio per procedere con l’immunizzazione, sia con gli “open-day” che con i medici di famiglia. 

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L’INTESA
L’intesa con la Regione Lazio dunque esiste: entro la fine del mese i camici bianchi convenzionati con il sistema sanitario regionale che hanno dato la propria disponibilità alla campagna, sono pronti a vaccinare anche i trentenni e chiunque volesse nei propri studi, imprimendo così un’accelerata all’immunizzazione della popolazione laziale. L’assunto di base è semplice: i medici di famiglia che stanno vaccinando contro il Covid sono circa 2.700 e molti di loro a breve non avranno più pazienti rientranti nelle categorie indicate dalla Regione perché sono stati vaccinati. Cosa fargli fare allora? Impegnarli sui target più giovani e alla svelta. Il meccanismo lo spiega Alberto Chiriatti, vice segretario regionale della Fimmg, la Federazione italiana medici di medicina generale: «Molti di noi hanno quasi ultimato le vaccinazioni dei propri assistiti rientranti nelle categorie protette in quanto soggetti anziani o fragili perché o li abbiamo vaccinati noi oppure sono andati negli hub e solo una quota residuale ha deciso di non proteggersi ma con la Regione sta andando avanti il dialogo per continuare a vaccinare persone più giovani che rientrano nei nostri assistiti».

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La discussione ormai «va avanti da tempo e siamo pronti a continuare», aggiunge Pier Luigi Bartoletti a capo della Fimmg di Roma e provincia. Naturalmente la prerogativa affinché questo piano diventi operativo riguarda le consegne dei vaccini ma nelle prossime settimane sono previste molte più dosi anche per i medici di famiglia chiamati a trattare oltre ad AstraZeneca e Pfizer anche il farmaco contro il Covid targato Moderna e Johnson&Johnson che sarà fornito a partire dal 24 maggio anche alle farmacie aderenti alla campagna (un migliaio). Restano da ultimare i dettagli operativi ma di fatto lo scenario che si prefigurerà tra poche settimane vede gli ambulatori dei medici di famiglia aprirsi a tutti coloro che vogliono vaccinarsi. 

L’UTILIZZO DELLE FIALE
Anche perché c’è da considerare un altro aspetto: «Se a me restano 4 persone rientranti nei target della Regione da vaccinare con il richiamo - prosegue Chiriatti - le restanti dosi che estraggo da un flaconcino di vaccino non possono essere perse e buttate ma devono essere somministrate». Motivo per cui il medico che avrà poche nuove vaccinazioni da fare o un numero limitato di richiami scorrerà gradualmente il proprio elenco di assistiti chiamando via via mutuati più giovani disposti a immunizzarsi. In questo modo il traguardo per l’immunità di gregge diventa più vicino.

Ultimo aggiornamento: 14 Maggio, 12:27 © RIPRODUZIONE RISERVATA