I furbetti del caffè sono stati scoperti dalla Guardia di finanza. Due società in campo, una fittizia e l'altra a fare da filtro. A capo di entrambe, in qualità di amministratore di fatto, un imprenditore di Ladispoli nel ruolo sia di acquirente che di venditore nelle varie transazioni commerciali: l'escamotage per eludere il fisco che consisteva nel mancato versamento dell'Iva incassata sulle fatture emesse.
La truffa del caffè
Al vertice del sodalizio due soggetti italiani, uno residente in Slovenia e l'altro nella Repubblica di Malta, attivi in particolar modo a Ladispoli, probabilmente la loro base. Si occupavano delle vendite rispettivamente nell'Italia centro-settentrionale e in quella meridionale. Il provvedimento cautelare è l'epilogo degli accertamenti svolti durante alcune verifiche fiscali nei confronti delle imprese legate al commercio all'ingrosso di caffè, di cui una a Viterbo e una a Frosinone, tutte e due con una parte attiva nel raggiro. Pesanti le ipotesi di reato mosse dalla Procura che sospetta l'omesso versamento di imposte, nonché di emissione e utilizzo di fatture per operazioni del tutto inesistenti.
Il sistema
Dagli approfondimenti ad opera dei militari è emersa «l'interposizione formale» negli acquisti di merce da altre nazioni dell'Unione Europea e nella rivendita in Italia, di società cartiere le quali, prive di una struttura operativa e di personale alle dipendenze, si assumevano l'integrale debito Iva, che naturalmente non veniva mai versata all'Erario. Una truffa bella e buona. La magistratura ha ottenuto dal gip l'emissione di un decreto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca che ha riguardato liquidità giacente su conti correnti bancari e due immobili che si trovano nella Capitale. Sono stati controllati una quarantina di commercianti che avevano acquistato il caffè da queste società ma che però a quanto pare, almeno fin quanto emerso, non erano a conoscenza dell'imbroglio.
L'operazione si inquadra nel contrasto delle frodi fiscali che alterano le regole del mercato danneggiando i cittadini e gli imprenditori in regola con i pagamenti. Soltanto pochi mesi fa, sempre le Fiamme gialle di Ladispoli, avevano scoperto una maxi frode da 9 milioni indagando ben 27 persone.
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