Terremoto a Roma, notte di paura e gente in strada nei quartieri est

Domenica 23 Giugno 2019
Terremoto a Roma di 3.6, paura e gente in strada nei quartieri est (Foto Chiara Rai)

Un forte terremoto è stato avvertito a Roma alle 22.43 di domenica: epicentro a Colonna, nella zona a est della Capitale, a una profondità di 9 chilometri. L'Ingv ha rilevato magnitudo di 3.6 (correggendo l'iniziale dato di 3.7). La scossa è stata avvertita anche ai piani bassi delle abitazioni soprattutto nelle zone nord ed est della Capitale, dove in tanti sono scesi in strada, e ai Castelli e anche a Tivoli e Guidonia. Tra i comuni più vicini all'epicentro, Gallicano e Zagarolo e Monte Compatri. Proprio a Gallicano l'epicentro di una seconda, lieve, scossa un'ora dopo di magnitudo 1,6. 


Terremoto a Roma, allarme sui social network: «È stato spaventoso»
 


Gente in strada nel quadrante est della Capitale e tantissime chiamate che continuano ad arrivare al Numero di emergenza 112. Paura a Roma per la forte scossa di terremoto avvertita stasera. In alcuni quartieri della periferia est gli abitanti spaventati sono scesi in strada. Molti i cittadini che stanno contattando in questi minuti il 112. Si tratta principalmente di persone che chiedono informazioni. Al momento non sono arrivate segnalazioni di feriti o danni. 



La sindaca Raggi. Virginia Raggi segue la situazione per monitorare eventuali danni.
La notizia del sisma l'ha raggiunto mentre stava assistendo al concerto per i 60 anni di carriera di Ennio Morricone. Dopo le prime informazioni e l'avvio delle procedure di emergenza, la sindaca ha atteso un report dettagliato anche se, secondo le prime informazioni, non ci sarebbero danni a Roma.

 
 


Colonna. «Stiamo facendo delle verifiche perché qualche edificio in centro risulta lesionato. Per ora non abbiamo segnalazioni di feriti. C'è stata tanta paura in paese, stanno tutti in strada». Così all'Ansa il sindaco di Colonna Fausto Giuliani sulla scossa di terremoto di stasera. L'epicentro è stato a soli 3 chilometri di Colonna.
 


Zagarolo. «Da noi è in corso la sagra del Tordo Matto, quindi erano già tutti in strada. C'è stata molta paura. Nei Comuni della zona la gente è scesa in strada, da noi erano già tutti fuori. Adesso c'è la protezione civile in piazza. La botta si è sentita forte, ma non ci sono danni alle cose o alle persone. È in corso il sopralluogo nelle contrade della città, ma al momento non ci risultano danni alle cose e alle persone». Così Lorenzo Piazzai, sindaco di Zagarolo, Comune a pochi chilometri da Colonna, epicentro del sisma di questa sera nel Lazio. «Io abito in una frazione - ha riferito poi l'ex consigliere comunale Giovanni Luciani - è saltato il divano, l'ho sentito fortissimo. La gente è scesa in strada».

Scossa avvertita anche sul litorale romano. La scossa è stata avvertita distintamente anche in alcune zone del litorale romano, tra Ostia e Fiumicino. Molte le segnalazioni sui social network ma, per il momento, non sono stati segnalati problemi. 

La Metro C è stata fermata per poco meno di un'ora per verifiche, ha segnalato Atac.

 

 

IL GEOLOGO
La zona dei Colli Albani in cui è stato registrato il terremoto di magnitudo 3,7 è a pericolosità sismica medio-alta. «Famosa per i vulcani, questa zona ha una sua attività sismica frequente e storicamente non sono mai avvenuti terremoti con magnitudo elevatissime», ha detto all'Ansa il sismologo Carlo Meletti, dell'Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv). Il sisma più forte storicamente documentato risale al 1806, con una magnitudo stimata in 5,6, con danni abbastanza estesi sulle località più vicine, come Rocca di papa Zagarolo. 

«Un parametro importante - ha detto ancora Meletti - è la profondità, pari a 9 chilometri: se il terremoto fosse stato ancora più superficiale avrebbero potuto verificarsi danni, per quanto lievi». Il fatto che sia stato un terremoto abbastanza superficiale, inoltre, «giustifica il fatto che sia stato avvertito molto forte a Roma. La città - ha spiegato Meletti - ha una sua risposta sismica locale dovuta alla conformazione del sottosuolo, con vuoti e rocce sedimentarie, ossia non consolidate, che possono dare un effetto di amplificazione, esaltando l'onda sismica». Nella sala sismica dell'Ingv si sta ancora lavorando per raccogliere e analizzare i dati. Non è stato facile, infatti, localizzare inizialmente questo terremoto: «Molti segnali erano discordanti - ha spiegato Meletti - perché il sistema automatico non aveva interpretato le tracce come appartenenti a due terremoti distinti».

Di qui la localizzazione iniziale nella zona della Marsica. Al momento non si sono registrate repliche e si sta lavorando inoltre per comprendere la direzione in cui è avvenuta la rottura della faglia. Sicuramente al momento è chiaro che si è trattato di un terremoto di tipo tettonico, ossia non legato all'attività vulcanica ma al movimento distensivo tipico dei terremoti nell'Italia centrale.

Ultimo aggiornamento: 3 Luglio, 10:45 © RIPRODUZIONE RISERVATA