Roma, tavolini in centro: il Tar respinge il ricorso dei residenti

Lunedì 7 Settembre 2020 di Stefania Piras
Roma, tavolini in centro: il Tar respinge il ricorso dei residenti

Ultim'ora Il Tar ha respinto il ricorso del residenti del centro storico di Roma contro lo spazio in più per i tavolini di ristoranti e locali deciso dall'Assemblea capitolina durante la pandemia di Covid-19. Per il tribunale amministrativo le condizioni di emergenza c'erano e ci sono e dunque non si può sospendere il provvedimento voluto dall'amministrazione Raggi.  La delibera 81, infatti, ha introdotto deroghe e iter rapidi per l’assegnazione di autorizzazioni urgenti per l’occupazione di suolo pubblico e dà la possibilità ai titolari di ristoranti di poter accogliere più clienti all'aperto: mangiare fuori dà sicuramente più tranquillità rispetto a farlo in un ambiente chiuso di questi tempi.

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Diversi comitati di residenti, in pieno agosto, avevano fatto ricorso al Tribunale amministrativo per opporsi alla delibera che avrà efficacia fino al 31 ottobre 2021. Ma la situazione che si è creata con il Covid è più forte, secondo i giudici che fanno prevalere «la esigenza degli esercizi commerciali, manifestatasi in occasione della pandemia Covid 19, di poter svolgere la propria attività mediante modalità procedimentali semplificate e con incrementi di superficie esterna delle occupazioni di suolo pubblico», visto che lavorare nella ristorazione in questo momento storico vuol dire farlo «con modalità di esercizio compatibili con il distanziamento sociale indispensabile a prevenire il diffondersi del virus Covid 19», scrive nell'ordinanza il presidente della sezione commercio Pietro Morabito

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L'avvocato Andrea Ippoliti che difende gli imprenditori, inoltre, aveva sollevato un'eccezione contro la richiesta di sospensiva che se accolta avrebbe portato alla rimozione di tutti i tavolini: la delibera non fa altro che seguire quanto decretato dal governo sulle Sovrintendenze che devono sospendere i loro pareri sulle occupazioni di suolo pubblico fino al 31 dicembre 2020. E l'eccezione a quanto pare è stata accolta.

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«Le nostre attività, soprattutto quelle in centro storico, sono chiamate ad una resilienza che non è sempre facile portare avanti.

Ogni nostra certezza, quotidianamente viene messe a dura prova, non possiamo programmare nulla, neanche il pagamento di una bolletta. È di fondamentale importanza che la delibera rimanga efficace in quanto è uno strumento di cui abbiamo bisogno, ma voglio spingermi oltre, dichiarando che non lo è solo per noi esercenti ma per tutta la cittadinanza, essendo un’occasione unica per dimostrare che una Roma più bella si può auspicare con l’aiuto di tutti», commenta Roberta Pepi, titolare di un ristorante in centro e presidente dell'associazione "Roma più bella".

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«In momento così duro per le imprese della somministrazione e ristorazione della Capitale, riteniamo questa una decisione di coscienza e buon senso , al fine di evitare una debacle senza precedenti per migliaia di piccole medie imprese e a salvaguardia di migliaia di posti di lavoro, considerato soprattutto il panorama commerciale devastante come quello che si stiamo vivendo», scrive Fabio Mina, presidente LupeRoma

Ma a dare battaglia contro i tavolini non sono solo i residenti. C'è uno scontro tutto interno al Campidoglio che vede contrapposti due dipartimenti, quello del Commercio e quello della Mobilità, riconducibili a due esponenti di maggioranza, Andrea Coia ed Enrico Stefano. Il Dipartimento Mobilità infatti starebbe intralciando le richieste di Osp (occupazione suolo pubblico) che stanno arrivando su aree di sosta tariffata e zone codificate (intermedie tra viabilità principale e secondaria). Anche qui, il caso rischia di finire in tribunale.

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