Tamponi rapidi e test sierologici si potranno fare direttamente in farmacia, senza bisogno di ricetta medica.
Dopodichè, su base volontaria, gli operatori potranno partire. «Per le farmacie è un ulteriore velocizzazione di un cambio di passo sempre più propenso al servizio sul territorio - afferma Alfredo Procaccini, vicepresidente Federfarma Ro - certo ci sono delle perplessità perché non tutti sono pronti ma è evidente che con il Covid si sta facendo strada un nuovo modo di fare il farmacista».
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Il protocollo
La Regione ha stilato dei protocolli a cui aderire, mentre il Comune di Roma faciliterà le procedure per l’occupazione del suolo pubblico per quelle farmacie che, non avendo uno spazio interno strutturalmente adatto, si doteranno di gazebo o camper. I test, infatti, saranno svolti all’interno degli esercizi in locali separati e ingressi ad hoc, ma qualora l’esercizio ne fosse sprovvisto sarà possibile effettuarli durante l’orario di chiusura o in un ambiente esterno, organizzando, appunto, strutture mobili.
I prezzi sono calmierati: 22 euro per il tampone rapido e 20 euro per il test sierologico. La risposta si avrà nel giro di un quarto d’ora poiché non c’è bisogno di fare processare i prelievi nei laboratori che verranno, invece, analizzati con dei macchinari o con uno stick “a saponetta” (tipo risposta al test di gravidanza) in loco.
Tutta la procedura, dunque, è stata codificata per garantire la sicurezza di utenti e operatori e, soprattutto, per evitare che una singola persona possa eseguire il test in autonomia, risultare positivo e tenerlo nascosto. Motivo per cui ora Regione Lazio e Ordine dei farmacisti stanno valutando se e quali provvedimenti prendere nei confronti di quelle farmacie (segnalate a Roma Nord, Centocelle e Guidonia) che avevano cominciato a venderli abusivamente prima del tempo. Intanto, i farmacisti, tra dubbi e preoccupazioni, si stanno organizzando.
Alla farmacia di piazza Vittorio, il dottore Giuseppe Longo ha già acquistato i kit e preso accordi con un infermiere specializzato. «Abbiamo l’occasione di offrire un servizio di screening e prevenzione importante - afferma - anche a domicilio. Posizioneremo un gazebo esterno e opereremo su prenotazione in modo da evitare assembramenti. Al paziente positivo daremo tutte le indicazioni sul da farsi». Alla farmacia di piazza Morgagni, a due passi dall’Umberto I, le farmaciste sono scettiche: «Stiamo valutando - dicono - di certo c’è preoccupazione e non abbiamo operatori specializzati al momento».
In Corso Trieste, anche il dottor Giorgio Gaudio attende di capire, anche con le indicazioni di Federfarma, se potere richiedere un gazebo o meno. «Anche se lo spazio è grande - spiega non abbiamo un ingresso da dedicare. Comunque valuteremo perché tutti noi, in questo momento difficile, siamo chiamati a dare un contributo». La Regione è ottimista: conta che, a pieno regime, la metà delle farmacie possa aderire, in virtù anche di corsi di formazione che, man mano, potranno fare i farmacisti. «Appena ottenute le password per accedere alla piattaforma - conclude Andrea Cicconetti, presidente Federfarma Roma - si partirà nel rispetto delle procedure».