Covid Lazio, Spallanzani: «Tampone solo dopo test rapido con alta carica virale»

Mercoledì 21 Ottobre 2020 di Camilla Mozzetti
Covid Lazio, Spallanzani: «Tampone solo dopo test rapido con alta carica virale»

Velocizzare i tempi di diagnosi nei giorni in cui il Lazio è arrivato a superare la soglia dei mille contagi da Covid-19 processando 20mila tamponi. Come fare? Affidandosi ai tamponi rapidi e riducendo il numero di quelli molecolari che hanno un tempo di risposta non inferiore alle 24 ore. 

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Fino ad oggi il sistema di tracciamento e di verifica dei casi sospetti ha funzionato così: il tampone rapido - quello che dà un risultato entro 30 minuti e che, ad esempio, durante l'estate è stato utilizzato per testare i rientri dalle vacanze - non bastava da solo a diagnosticare la positività al coronavirus.

Se infatti l'esito del tampone rapido, fatto a un paziente con sintomi o perché entrato in contatto a sua volta con un caso accertato, era positivo si doveva comunque procedere con un secondo tampone molecolare per confermare o smentire il risultato ottenuto. E questo perché il tampone rapido presentava una soglia di suscettibilità più alta rispetto al molecolare in funzione della carica virale rintracciata nel paziente. In poche parole c'era il rischio di trovarsi di fronte troppi falsi positivi o, peggio, un numero elevato di falsi negativi. Inevitabile dunque il ricorso al tampone molecolare che però ha comportato, visto l'aumento significativo di verifiche da svolgere, numerosi problemi nei drive-in aperti nella Capitale, con code chilometriche e attese che in alcuni casi hanno superato nel 14 ore. 

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Ora a velocizzare il sistema di diagnosi arriva uno studio dell'Istituto nazionale per le malattie infettive Lazzaro Spallanzani che dimostra come di fronte a una determinata soglia di carica virale l'esito del tampone rapido può non esser confermato dal molecolare. Da qui l'indicazione a considerare attendibili i tamponi rapidi che diano un risultato (sulla carica virale rintracciata) superiore a 10 per evitare di ricorrere al tampone classico, riducendo così i tempi e la mole di analisi. Questo meccanismo «consentirà di evitare 1/4 delle validazioni successive ad un test rapido antigenico», commenta l'assessore alla Sanità Alessio D'Amato.

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Ultimo aggiornamento: 28 Dicembre, 21:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA