Solo la prontezza di riflessi ha permesso a un carabiniere di schivare i colpi d'arma da fuoco di un 65enne romano che aveva annunciato il suicidio.
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«Aiutatemi, mi sto per suicidare»
A quel punto i carabinieri della sezione radiomobile della compagnia di Frascati e della stazione di Rocca Priora hanno immediatamente avviato le ricerche dell'uomo, non semplice da raggiungere in quell'area ricca di vegetazione. Una volta rintracciato, i militari ne hanno subito cercato di capire lo stato d'animo e ben presto hanno compreso che si trattasse di un uomo profondamente agitato e poco lucido. Inoltre hanno subito notato che imbracciava quella pericolosa doppietta calibro 12 e così hanno deciso di premunirsi prima di intervenire, indossando i giubbotti antiproiettile e utilizzando tutte le accortezze del caso. «State lontani da me o vi ammazzo», avrebbe urlato l'uomo che è sembrato da subito poco incline al dialogo. I militari durante la conversazione hanno comunque provato ad avvicinarsi per cercare di bloccarlo. Difficilmente si sarebbero aspettati che l'uomo, all'improvviso, decidesse di mirare e aprire il fuoco contro uno dei carabinieri che si era avvicinato, ma per fortuna il militare si è repentinamente nascosto dietro un albero e ha così evitato il peggio.
L'INTERVENTO
Nel momento di grande concitazione, un altro carabiniere si è mosso alle spalle del 65enne e con coraggio e fermezza lo ha bloccato e disarmato prima che potesse sparare ancora: nella seconda canna, infatti, era pronta un'altra cartuccia inesplosa a testimonianza della pericolosità del soggetto in questione. Al termine del delicato intervento tutti i militari sono rimasti illesi, ma l'episodio sarebbe davvero potuto sfociare in tragedia. È stata inoltre recuperata l'arma utilizzata dal 65enne che è risultata di proprietà del padre defunto ed illegalmente detenuta. I carabinieri hanno deciso di sequestrare la doppietta e nel contempo sono state avviati degli accertamenti per verificare i requisiti circa il possesso dell'arma del padre defunto e anche sull'eventuale mancato rispetto dell'obbligo di denuncia della stessa da parte degli eredi. Ancora ignoti i motivi che hanno portato il 65enne a compiere un gesto di questo tipo: l'uomo, tecnico delle ferrovie, era in malattia da qualche tempo e quindi ultimamente non stava andando sul posto di lavoro. Quando i carabinieri lo hanno interrogato, ha dato delle risposte evasive e poco lucide che ne hanno evidenziato lo stato psicofisico molto alterato. Certamente la depressione, dovuta probabilmente a motivi lavorativi o ad altre situazioni personali, ha giocato un ruolo fondamentale in questa vicenda: l'uomo non sembra essersi nemmeno reso conto delle possibili conseguenze del suo folle gesto. Ora il 65enne è rinchiuso presso il carcere di Velletri a disposizione dell'autorità giudiziaria e dovrà rispondere dell'accusa di tentato omicidio, resistenza e violenza a pubblico ufficiale.