Roma, tentato stupro al parco di Villa Pamphili. Ora c'è un identikit: «È un maniaco seriale» `

A una settimana dall’aggressione, la vittima presenta denuncia ai militari. Caccia a un 30enne straniero

Mercoledì 5 Gennaio 2022 di Alessia Marani
Tentato stupro al parco, ora c'è un identikit: «È un maniaco seriale» `

Dopo l'enorme spavento e un periodo di autoisolamento per il timore di avere contratto il Covid, la donna, sessantenne, vittima di un tentativo di stupro lunedì 27 dicembre mentre correva all'interno di Villa Pamphili, si è fatta coraggio e si è presentata nella caserma dei carabinieri della stazione San Pietro dove era stata convocata per presentare una formale denuncia. Ha ripetuto quanto già detto al Messaggero: l'ingresso nella villa dal cancello all'altezza di via di Donna Olimpia intorno alle 7.10, quindi l'inizio della corsetta abituale che quasi tutte le mattine da anni fa seguendo il sentiero che dai giochi dei bambini porta al laghetto, l'incontro con un giovane uomo vestito tutto di nero, con tuta e felpa, cappuccio sul capo, e l'improvviso raptus di lui che la afferra da dietro, la scaraventa a terra e si getta sopra di lei coprendole la bocca con una mano per impedirle di urlare, tentando di baciarla e di allungarle le mani dappertutto.

Attimi di terrore in cui la Pamela (è un nome di fantasia) ha pensato di morire. «Solo quando in fondo al viale quell'uomo deve avere scorto un signore che si stava dirigendo verso di noi, ha mollato la presa».

I LIVIDI

Lì per lì la donna, aiutata da una signora che stava portando a spasso i cani, è riuscita ad avvisare il marito e a chiamare il 112. Ma era confusa, forse stordita anche da un narcotico: «Barcollavo, non riuscivo a reggermi in piedi, era tutto come rallentato intorno a me», ha ricordato. Poche le informazioni date in quel momento ai militari che, comunque, hanno tentato una perlustrazione del parco, così anche il marito della vittima, ma senza esito. Pamela è tornata a casa sotto choc, con il volto tumefatto e un grosso livido dietro la testa per avere sbattuto violentemente il capo sul sentiero.

Adesso, però, c'è un identikit più dettagliato dell'aggressore e le indagini avrebbero già puntato su figure borderline che potrebbero nascondersi tra i tossici-pusher e i senza fissa dimora habitué della villa. La descrizione parla di un uomo sui trent'anni, alto non oltre il metro e settanta, corporatura longilinea, con la carnagione olivastra. Secondo la vittima non è un italiano, poiché da quanto riferito agli investigatori aveva un accento «spiccatamente straniero, probabilmente arabo». Il sospetto è che possa trattarsi di un giovane di nazionalità nordafricana, tunisino o egiziano. Ma sono solo supposizioni al momento. Nel parco, nonostante le tante richieste avanzate dai residenti di Monteverde e dagli attivisti dell'Associazione Amici di Villa Pamphilij, telecamere non ce ne sono e nemmeno una vigilanza fissa.

Comunque i carabinieri stanno acquisendo le immagini captate dai sistemi di videosorveglianza di edifici più vicini ai cancelli del parco. Anche se la formalizzazione della denuncia dopo giorni ha rallentato l'iter. Infine c'è un sospetto che inquieta. Rivela Pamela: «Ho avuto come l'impressione che quell'uomo vestito apparentemente in tenuta da jogging come me, stesse aspettando al varco la sua preda. Non conta chi fosse entrato, se io o una ragazzina di quindici o vent'anni, qualunque donna avrebbe rischiato la stessa sorte». La vittima, casalinga, abita in zona e ricorda un altro particolare. «Chi mi ha assalito, si è avvicinato a me già con il volto praticamente coperto da un cappuccio e indossava i guanti, a questo punto penso che lo avesse fatto con premeditazione, per non lasciare tracce». A marzo 2021 ci fu un episodio simile nel parco di Villa Gordiani, dall'altra parte della città. In quell'occasione, però, la violenza nei confronti di una runner di vent'anni fu consumata.

 

Ultimo aggiornamento: 4 Ottobre, 15:45 © RIPRODUZIONE RISERVATA