Stupro di Capodanno a Roma, la super testimone: «Io fermata sulla porta»

Il racconto di chi ha partecipato alla festa dell’orrore: «Uno di quei ragazzi aveva la maglia sporca di sangue»

Lunedì 24 Gennaio 2022 di Valentina Errante e Camilla Mozzetti
Stupro di Capodanno, la super testimone: «Io fermata sulla porta»

C’è una ragazzina che chiameremo Antonella e che la sera di quel maledetto Capodanno del 2020, a base di alcol, droghe e stupro, in una villetta alla periferia Nord di Roma aveva capito cosa stesse accadendo, ma è stata fermata prima che potesse intervenire per interrompere l’orrore.

Bloccata sulle scale e invitata a scendere con il fidanzato al pianterreno. Intimata, in sostanza, di farsi i fatti suoi. 


Sono circa le 23, quando Antonella arriva alla festa con il suo fidanzato. Dopo poco la ragazza va in bagno, ma quando esce vede uno dei tre giovani, oggi accusati della violenza sessuale su una minorenne figlia di un diplomatico, sporco di sangue: «L’ho visto scendere dal piano di sopra con la maglietta sporca di sangue, gli ho chiesto cosa avesse fatto - dirà poi a verbale - e lui ha detto che al piano di sopra c’era una». Così Antonella e il fidanzato decidono di salire. Di fronte a una porta chiusa trovano tre ragazzi in attesa che però gli intimano di allontanarsi. Uno di questi è Fabrizio Ranieri, ora ai domiciliari, che dice al fidanzato di Antonella: «Scendi, stai con lei, è meglio che scendi». Ma Antonella non è la sola ad essersi resa conto che la situazione sta degenerando. Il “gruppo Parioli”, come lo definiscono i carabinieri nell’informativa vorrebbe andare via da quella festa, ma non può. Il coprifuoco e già scattato, hanno bevuto troppo e fatto uso di stupefacenti. Non possono rischiare di essere fermati dalla polizia. Sono costretti a rimanere in quella villa fino alle 7 del mattino. Oggi, intanto, è previsto l’ultimo interrogatorio di garanzia di uno degli indagati. Finora, tutti hanno respinto le accuse. 


LA TESTIMONIANZA
Antonella descrive ai carabinieri che la ascoltano anche gli altri due che erano fermi di fronte alla porta. La descrizione coinciderà poi con l’altro - Claudio Nardicchi - accusato anch’egli dello stupro. «Proprio il ragazzo riccio (Nardicchi ndr) - ricorda Antonella - ci ha tipo fisicamente preso, ma non con violenza ovviamente, per farci scendere». Così la coppia torna al pian terreno e il fidanzato di Antonella parlerà dopo - quando sarà ormai troppo tardi per intervenire - con Ranieri che gli dirà: «Ho scopato una vergine» e che anche un terzo ragazzo fermo da davanti alla porta voleva entrare, perché anche lui voleva avere un rapporto sessuale con la giovane. C’è poi un’altra ragazza che a un certo punto della serata sale al piano di sopra per cercare la figlia del diplomatico, la trova all’interno dell’unico bagno «particolarmente affaticata», è scritto nell’ordinanza firmata dal gip Tamara De Amicis. Mentre è con lei nel bagno alcuni ragazzi, presenti nella stanza, tentano di entrare, ma la giovane, capito cosa è accaduto, chiude loro la porta del bagno in faccia.

 
PRIGIONIERI
«Volevamo andare via. Ma non potevamo più farlo. A un certo punto abbiamo avuto paura di quella situazione - dice adesso uno dei partecipanti - ci eravamo resi conto che stavamo rischiando grosso. Ma non si poteva andare via. A un certo punto ci siamo sentiti prigionieri. Avevamo bevuto tanto e assunto sostanze di ogni tipo. La festa era “abusiva” e il coprifuoco era scattato da un pezzo. Non potevamo rischiare di essere fermati dalla polizia in quelle condizioni. Dovevamo per forza rimanere in quella casa fino alle 7 del mattino. Non c’era scampo. È stato terribile».

 

Ultimo aggiornamento: 4 Ottobre, 18:41 © RIPRODUZIONE RISERVATA