Piano sicurezza flop: decine di senzatetto bivaccano intorno alla stazione Termini

Venerdì 6 Dicembre 2019 di Pier Paolo Filippi
E l’Ama non fornisce più alla Municipale i mezzi per intervenire
Sembra inarrestabile il degrado alla stazione Termini nonostante il piano di sicurezza voluto dal Campidoglio, d’intesa con questura e prefettura, che prevedeva la costituzione di un gruppo d’intervento composto da polizia, carabinieri e polizia locale di Roma. Decine di sbandati di tutte le nazionalità hanno trovato rifugio sotto la pensilina dell’uscita della metropolitana dove si sono accampati con il consueto corredo di tende, materassi, cartoni, bottiglie, borse. A poca distanza, nel giardinetto davanti alla stazione, i senzatetto hanno sistemato una sedia priva della seduta che viene utilizzata come water, trasformando l’area in una latrina.

Uno spettacolo indecoroso, che si ripete ogni giorno davanti agli occhi attoniti dei cittadini e delle migliaia di turisti che transitano a Termini. «È inaccettabile che la stazione principale della capitale sia in queste condizioni», commentava ieri incredula una coppia di turisti francesi. Il problema è che anche volendo il nucleo Pics decoro urbano della polizia locale non può intervenire. Da due mesi ormai il nucleo di vigili che si occupa della bonifica di baraccopoli e accampamenti abusivi è praticamente fermo perché l’Ama non gli mette più a disposizione i furgoncini Cr, i cosiddetti “squaletti”, necessari per portare via i materiali. Questo come gli altri servizi per il decoro della città, si è sostanzialmente bloccato in seguito alla decisione del dipartimento capitolino Ambiente di non rimborsare più all’Ama le fatture relative a questa tipologia di servizi richiesti dalle varie strutture del Comune.

Il risultato è che a Roma questo tipo di insediamenti si stanno moltiplicando. Basta pensare a quanto sta accadendo alla stazione ferroviaria Balduina della linea Fl3. Da circa 2 mesi un gruppo di 8 rom si è accampato davanti alle uscite di sicurezza che danno sul sottopasso ciclopedonale: valigie, materassi, sacchi di plastica pieni di vestiti stipati tra l’anta del cancello aperta e il muro mentre tutto intorno sono disposti oggetti di uso quotidiano come ciabatte, bottiglie, utensili, un fornelletto da campo.

Da tempo chi frequenta la stazione e la pista ciclabile, che nel pomeriggio è meta di genitori con bambini chiede che l’area sia ripulita. «È indecente che la città debba essere ridotta così – dice Anna Brunetti, una mamma scesa a far giocare la figlia di 9 anni – E non è solo una questione di pulizia, ma anche di sicurezza».
Specialmente ora che le giornate si sono accorciate e fa buio presto, la presenza dei rom che nell’oscurità vanno e vengono da quella che di fatto è diventata la loro casa genera inquietudine. «Finora non è successo niente di particolare, credo si arrangino rovistando nei cassonetti – afferma Giuseppe Tonetti, un impiegato che utilizza la Fl3 per andare a lavoro – Però non ci sentiamo sicuri, specialmente per i nostri figli». Loro, i rom, vorrebbero anche andarsene. L’altro pomeriggio, seduta su una seggiola accanto al fornelletto c’era solo Adriana, la donna più anziana del gruppetto. «Siamo venuti qui dalla Romania 2 mesi fa, non abbiamo dove dormire e ci siamo sistemati qui per ripararci dalla pioggia – racconta in un italiano stentato – I vigili sono venuti, sanno che viviamo qui, ma nessuno fa niente».
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