Roma, vino conservato tra sporcizia e ruggine: i Nas sequestrano 20mila litri ai Castelli Romani

Mercoledì 6 Novembre 2019 di Giuseppe Scarpa
Roma, vino conservato tra sporcizia e ruggine: i Nas sequestrano 20mila litri ai Castelli Romani

Avrebbe rovinato diversi brindisi. Il vino, d'altronde, era già imbottigliato e aspettava soltanto di essere riversato nella Capitale. Sarebbe finito sulle tavole di migliaia di romani, incolpevolmente ignari delle pessime condizioni in cui era stato fino a quel punto conservato. Ventimila litri, equamente divisi in rosso e Igt bianco Lazio, sono stati sequestrati l'altro ieri dai carabinieri del Nas, nei comuni di Velletri, Frascati e in diverse altre zone dei Castelli.

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Norme igienico-sanitarie totalmente ignorate, cantine più vicine al concetto di tugurio, oltre alla pressoché totale assenza di precauzioni contro l'assalto degli animali infestanti. Il quadro in cui si sono trovati i militari del nucleo antisofisticazioni si arricchiva di sporco diffuso e contenitori contraddistinti dalla costante presenza di ruggine. Il bottino del sequestro alla fine è impressionante: quasi tremila bottiglie, 200 ettolitri, che avrebbero riempito le cantine di numerosi ristoranti e trattorie, ma anche le dispense delle abitazioni dei cittadini e affollato gli scaffali all'interno dei supermercati di Roma. Nonostante la provenienza insomma, non esattamente quello cantato nei classici stornelli da osteria.

Se il pericolo alla fine è scampato, il merito è dei Nas di Roma, coordinati dal comandante Maurizio Santori. I titolari delle cantine sono stati successivamente deferiti all'autorità giudiziaria, mentre si dovrà aspettare ancora qualche giorno per conoscere l'esatta qualità in cui era ridotta la merce sequestrata a seguito dell'ispezione.

IL PRECEDENTE
L'intervento si colloca all'interno di uno scenario più ampio e di un'operazione finalizzata a contrastare i reati collegati al cattivo stato di conservazione dei prodotti alimentari.
Soltanto tre mesi fa, a Ciampino, in uno stabile dedicato alla lavorazione delle carni, infatti, erano state sequestrate 20mila tonnellate di kebab andato a male e anch'esso, almeno fino all'intervento dei carabinieri, destinato a saziare l'appetito dei romani. In linea con la moda che vuole la piadina riempita di carne sempre più in voga, complice il prezzo relativamente basso, non solo in Italia, ma soprattutto tra i giovani, in tutta Europa.
Allora a destare particolare scalpore era stata, tra l'altro, la mancanza di documentazione che ne tracciava la provenienza attraverso i vari passaggi della filiera. Immediati erano scattati i sigilli alle celle frigorifere. L'operazione si era arricchita anche del sequestro di Ketchup e patatine abbondantemente scaduti.

 
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