Scuola a Roma, aule piccole e assenza di pc: «Così istituti di serie A e B»

Mercoledì 24 Giugno 2020 di Camilla Mozzetti
Scuola a Roma, aule piccole e assenza di pc: «Così istituti di serie A e B»

Ogni scuola è una realtà a sé e, ogni riorganizzazione, dovrà essere affrontata da parte dei presidi. I quali si troveranno a dover evitare eventuali gap tra gli alunni. «Il problema più grande in vista di settembre è come mantenere il distanziamento - spiega Mario Rusconi a capo dell'Associazione nazionale presidi di Roma e del Lazio - per le classi eccessivamente numerose rispetto alla capienza dell'aula. Dire che il preside deve cercare in base al principio dell'autonomia scolastica le soluzione esterne per risolvere l'assenza di sufficienti spazi è molto bizzarro per usare un eufemismo perché non ce la faranno». E perché come aggiunge la preside del liceo Mamiani Tiziana Sallusti «si andrebbe incontro a un vero pericolo: le scuole dovranno avere tutte le stesse possibilità», altrimenti si rischia di «creare l'istituto di serie A e di serie B», aggiunge Rusconi. Ovvero ci potrà essere la scuola che riesce ad affittare con i fondi dell'istituto una sala cinematografica o teatrale e la scuola che non potrà farlo. Altro grande nodo che segue a catena riguarda la didattica: il tempo, l'offerta, la qualità delle lezioni e il seguente apprendimento da parte dei ragazzi.

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LEZIONI DA REMOTO
Quasi certamente l'insegnamento da remoto sarà sfruttato da moltissimi istituti ma non c'è nessun automatismo immediato tra l'uso della rete e la buona riuscita di una spiegazione di Filosofia. «Se proseguiremo con la didattica digitale come preferiamo chiamarla noi presidi - prosegue Rusconi sarà necessario renderla obbligatoria per tutti gli insegnanti e garantire agli studenti di ogni istituto, quale che sia l'ordine e il grado, device che reggano le connessioni e strumenti adeguati che evidentemente non potranno essere i tablet o gli smartphone». Chi li acquista? E dunque meno elegantemente: chi paga?

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SOS DISPOSITIVI
Il ministero dell'Istruzione all'inizio dell'emergenza ha messo sul piatto svariati milioni di euro per permettere alle scuole di acquistare pc e darli agli studenti ma lo sforzo non è bastato a garantire la copertura totale delle lezioni. Sempre l'Associazione nazionale presidi ha contato in questi mesi un deficit del 30% sull'insegnamento nelle scuole elementari e medie sia per i docenti che per i ragazzi che scende intorno al 15% nel caso degli istituti superiori. Insegnanti non pratici nell'uso dei dispositivi tecnologici e ragazzi impossibilitati a connettersi perché in casa non avevano device e strumenti o perché quelli che c'erano venivano usati anche dai genitori in smart working. In sostanza anche laddove la scuola sia riuscita a garantire un pc a chi non l'aveva non ha di certo pagato il costo di un abbonamento a chi ne era sprovvisto.

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RIDUZIONE DI ORE
Tra le ipotesi c'è anche quella di accorciare i tempi di una lezione in presenza in modo tale da far entrare a scuola tutti gli studenti di una classe. Bene, ma sempre i presidi fanno un calcolo, una lezione di Latino da 60 minuti accorciata a 40 potrebbe così essere svolta per una classe di 28 alunni: dalle 8.00 alle 8.40 i primi 14 con la stessa insegnante e dalle 8.40 alle 9.20 il secondo gruppo. «Tra una lezione e l'altra - conclude Rusconi - i 14 ragazzi in attesa dove li mettiamo?» Perché se è vero che alla prima ora potrebbero entrare scaglionati nel corso della mattinata l'incastro su altre materie sarebbe più difficile. Infine anche se si allungasse l'orario scolastico fino al sabato e nel pomeriggio bisognerebbe trovare i docenti e i presidi già sanno che l'organico per il prossimo anno non sarà chiuso prima del prossimo 20 settembre. L'assessorato alla Scuola della Regione Lazio che ieri ha incontrato l'Anp si è reso disponibile a trovare soluzioni praticabili: uniformare il calendario scolastico e bloccare per quest'anno la possibilità delle scuole di anticipare l'apertura come avviene proprio in virtù dell'autonomia scolastica. Ancora: impegno della Regione è quello di aiutare gli istituti a trovare spazi alternativi, sgravando così i singoli dirigenti dall'obbligo di andare a caccia dell'oratorio, cinema, teatro per svolgere le lezioni e permettere davvero a tutti di partecipare in presenza.
 

Ultimo aggiornamento: 07:03 © RIPRODUZIONE RISERVATA