Sulla mappa di Roma spuntano le varianti Covid, prima l’inglese ora la brasiliana, e nelle scuole arriva la stretta.
«Anche un solo caso», spiega Rocco Pinneri, il direttore dell’Ufficio scolastico regionale. «Fino a poche settimane fa si procedeva alla chiusura con almeno 8-10 casi verificati. Ora invece con 1 o 2 positivi soltanto, per una sospetta variante, le Asl dispongono la chiusura di un intero plesso».
Una scelta di massima cautela che il Provveditorato condivide. «Ormai annotiamo la chiusura di 2 scuole al giorno per Covid-19». A questo ritmo, prosegue Pinneri, è difficile pensare a un ritorno al 100% della didattica in presenza. Nel Lazio, gli istituti superiori possono far studiare al banco dal 50 al 75% degli alunni. Il 73% dei licei è rimasto fermo al 50%, solo il 7% si è assestato sulla quota massima consentita. Il resto delle scuole, il 20%, si è posizionato intorno al 60% di didattica in aula.
«Credo che questa sarà la configurazione con cui arriveremo alla conclusione dell’anno scolastico», spiega il capo dell’Usr. Ai presidi è stato chiesto di potenziare i corsi di recupero, per bilanciare i limiti delle lezioni a distanza che pure, per cause pandemiche, proseguiranno a oltranza per metà degli studenti, a rotazione. Per aumentare i tamponi, si pensa a postazioni mobili nelle scuole-cluster. «Per tutti gli altri istituti, dove non si sono registrati positivi, ci sono i drive-in gratuiti di pomeriggio, sia per gli studenti che per i professori», conclude il provveditore.
FALLE NEI TEST
Alla scuola “Carotenuto” di Acilia (asilo, elementare e media), 16 positivi contati finora, è stato confermato il ceppo mutato del Covid. Prima ancora che la Asl ipotizzasse la variante, quando era affiorato un solo contagio, quello di un insegnante, tre bimbi erano tornati in aula dopo 10 giorni di quarantena col test rapido negativo. Un falso negativo: 4 giorni dopo sono arrivati i medici dell’azienda sanitaria con i kit molecolari ed ecco la brutta sorpresa. I bimbi erano positivi al tampone classico. Ora l’Asl Roma 3 impone per tutti i casi di sospetta variante il molecolare, in automatico. Per evitare sciagurati remake.
Nel frattempo, in questo quadrante di Roma il cluster si allarga: dopo la scuola di Acilia e la Rodano di Isola Sacra, entrambe chiuse, è stata disposta la quarantena di 3 classi alla “Fratelli Cervi” di Ponte Galeria e alla media Colombo di Fiumicino. In più è stata disposta la sanificazione di una piscina, sempre a Fiumicino, frequentata da alcuni bimbi infettati. Anche l’Asl Roma 1 ha optato per il tampone molecolare per bambini e insegnanti dell’istituto Sinopoli-Ferrini, sempre un asilo più elementare e media, al quartiere Africano, dov’è stato scovato il ceppo brasiliano. Spiega il direttore generale Angelo Tanese: «L’istituto è attualmente chiuso per 5 giorni e verrà riaperto solo al termine di tutti i controlli ed in piena sicurezza».
AI DRIVE IN
L’allerta per le varianti non riguarda solo il pianeta scuola. Sono preoccupati i medici delle Uscar, le unità speciali di assistenza che si occupano di vaccini e tamponi: «I casi di sospetta variante stanno crescendo, un terzo è nell’Asl Roma 3 - dice il responsabile, Pier Luigi Bartoletti - centinaia di auto si sono messe in coda in queste ore nei drive in di Casal Bernocchi e al Forlanini. Anche qui, facciamo più tamponi molecolari e meno rapidi. Per stare tranquilli».