Scuola, a Roma mancano 400 aule: resta la didattica a distanza

Martedì 11 Agosto 2020 di Francesco Pacifico
Scuola, a Roma mancano 400 aule: resta la didattica a distanza

Corsa contro il tempo - perché c'è soltanto poco più di un mese a disposizione - per trovare a Roma 400 aule. Quelle, soprattutto alle superiore, necessarie per evitare assembramenti e rischi di contagio da coronavirus in un territorio come il nostro, che già prima del Covid pagava il prezzo delle classi pollaio, con oltre 25 allievi per aula. E in quest'ottica resterà anche la tanto contestata didattica a distanza, le lezioni svolte attraverso videocall. Il neo direttore dell'ufficio scolastico regionale, Rocco Pinneri, è stato chiaro con i presidi: almeno il 20 per cento del calendario si farà in modalità on demand, nonostante il ministro dell'Istruzione, Lucia Azzolina, aveva nelle scorse settimane scomunicato questa soluzione. Almeno un giorno a settimana si resterà a casa e si farà apprendimento davanti al pc.

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ESONERATE LE PRIME
La didattica a distanza sarà però concentrata alle superiori, magari provando a esonerare soltanto le prime di licei e istituti tecnici, visto che in quella fascia i ragazzi - da matricole - hanno bisogno di conoscersi e di affrontare il nuovo corso senza traumi. Niente lezioni online invece nel primo ciclo, dalla primaria fino a quelle che un tempo si chiamavano le medie. Pinneri, incontrando i presidi e i rappresentanti d'istituto, ha garantito che «si sta facendo tutto il possibile per per assicurare che la scuola ricominci in presenza a settembre». Ma come detto i tempi e le strutture esistenti (nel Centro storico della Capitale molte scuole non hanno neppure la palestra) non giocano a favore delle istituzioni chiamate a dare una risposta. Anche utilizzando una modalità poco amata dalle famiglie come i doppi turni.
Lo stesso Pinneri però ha chiarito che nei plessi dove mancano le aule, la didattica a distanza deve essere circoscritta ad attività meno impegnative come il controllo dei compiti e le interrogazioni: le spiegazioni o i compiti in classe per non parlare dei laboratori, per esempio, devono essere svolte in aula, alla presenza degli insegnanti coinvolti e dei compagni.

UN GIORNO A CASA
In quest'ottica, e visto che non tutti i plessi hanno a disposizioni gli spazi necessari, si dovrà stare a casa almeno un giorno a settimana. Per attutire il colpo, l'ufficio scolastico regionale ha anche voluto far rientrare nelle giornate di didattica a distanza anche quelle lezioni che si terranno nei musei (soprattutto quelle di arte) oppure le ore di ginnastica che si dovrebbero effettuare in strutture sportive esterne, come i campi e le palestre messe a disposizione dai circoli storici della Capitale, in un'operazione che vede il Tevere Remo come capofila.
Questa strategia serve per alternare alle superiori la presenza in classe e garantire a tutti almeno l'80 per cento delle ore di apprendimento a scuola. Ma parallelamente va avanti la ricerca di nuovi spazi. All'ufficio regionale si dicono ottimisti su questo fronte, ma non nascondono che «in media manca un'aula per ognuno dei 400 istituti presenti in città. C'è chi non risulta avere problemi e c'è chi ne necessità anche di tre o quattro».

LE SALE CONGRESSI
Per abbassare questa media vanno avanti le trattative con realtà pubbliche e private per trovare locali.

Al momento gli unici passi avanti concreti sono stati pochi, come il bando da oltre 15 milioni di euro lanciato dalla Regione per affittare strutture e l'accordo tra il Vicariato, il Comune, la Città Metropolitana e l'ufficio regionale scolastico, con la Curia che ha messo a disposizione 1.300 metri quadrati di aule. Ma in quest'ottica l'organismo guidato da Pinneri si accinge a firmare importanti intese con Federalberghi (daranno le sale conferenze e in alcuni casi anche gli spazi per i ricevimenti) e Fiera di Roma. Dal canto suo la Città metropolitana ha appena chiuso un bando per comprare tensostrutture da collocare nei cortili e, in attesa dello sblocco del governo, ha già stilato tutte le procedure per erogare i fondi destinati alle piccole manutenzioni scolastiche, comprese quelle per applicare tramezzi e raddoppiare le classi.

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