Riaprono le scuole ma mancano i professori. E il disastro è servito. Con il passaggio del Lazio dalla zona rossa a quella arancione oggi e domani tornano in classe i bambini iscritti alle scuole materne, elementari e medie ma ad aspettarli, dietro la cattedra, in un caso su tre non ci sarà nessuno.
Scuole, già in classe in Trentino. In Sardegna si torna in Dad. Cosa cambia dopo Pasqua
«Le scuole stanno facendo fatica ad organizzarsi - spiega la vicepresidente dell’AssoPresidi Cristina Costarelli - Molti docenti sono fuori Regione, altri sono coinvolti nella vaccinazione: si riaprirà con un personale ridotto». Senza contare, per l’appunto, tutti quelli che hanno già presentato ieri un certificato in cui attestano una malattia o l’impossibilità di recarsi a scuola per motivi di salute o sfruttando la 104.
LE SITUAZIONI
Casi isolati? Magari. All’Istituto comprensivo Consoli i docenti già segnati assenti sono 14, al Fontanile Anagnino il numero sale a 21. E la soglia in moltissime istituti comprensivi della Capitale viaggia tra le 15 e 22 defezioni. C’è l’Istituto comprensivo Nino Rota che dovrà aprire facendo a meno di 15 insegnati e la stessa situazione attanaglia il Pio La Torre a Torrevecchia e l’Istituto Via Poseidone a Torre Angela. Assenze anche all’Istituto comprensivo Donatello e via Tiburtina Antica. «Che ci sarebbero state delle defezioni me lo aspettavo», commenta la preside dell’Istituto comprensivo Artemisia Gentileschi dove i docenti che non si presenteranno saranno 20. «Spero che il numero oggi non aumenti - prosegue - Saremo costretti ad adottare soluzione creative, andrò sicuramente anch’io in classe e per fortuna alcuni docenti mi hanno dato già la disponibilità a un doppio orario ma capisce che questo non va bene perché c’è un paradosso: se le scuole fossero rimaste chiuse, la didattica sarebbe andata avanti, anche se a distanza. Non dico che sarebbe stato un bene perché tutti noi vogliamo la scuola in presenza ma in questo modo non riusciremo a garantire la normale didattica». E le scuole diventano dei parcheggi perché nessun preside avrebbe potuto, in assenza di un’ordinanza comunale, decidere di non aprire. Sarebbe stato sicuramente chiamato a rispondere di interruzione di pubblico servizio.
Covid Lazio, l'ultimo bollettino: 1.403 nuovi casi (-433), sono 800 a Roma, 45 morti (+31)
«DATI NON AUSPICABILI»
Anche il direttore dell’Ufficio scolastico regionale Rocco Pinneri commenta la situazione: «Forse è un’iperbole, non è bello dirlo ma purtroppo il numero dei malati è più alto in prossimità dei ponti. I docenti non possono andare in ferie quando vogliono, le loro vacanze corrispondono a quelle degli studenti. Possono chiedere fino a un massimo di 6 giorni durante l’anno con il permesso del preside. Questi di certo non sono dati che auspicavo di sentire». Eppure ci sono e mostrano tutte le fragilità del sistema. «Mancheranno centinaia e centinaia di docenti - prosegue il capo dell’AssoPresidi di Roma e del Lazio Mario Rusconi - ma anche collaboratori scolastici. Lanciamo un appello ai medici di famiglia nell’essere scrupolosi nel rilascio dei certificati. Se poi questa mattina arrivano altri permessi in forza della 104 i presidi non potranno fare nulla: i ragazzini non possono essere smistati in altre classi per i limiti imposti dal Covid e la situazione ricadrà solo sulle famiglie e sugli alunni che pur stando a scuola non faranno lezione».
I NUMERI
La campanella oggi torna a suonare per quasi 330 mila ragazzi iscritti alle materne, elementari e medie della Capitale mentre i contagi diminuiscono ma scendono anche i tamponi. Ieri i nuovi positivi erano 1.403 (-433 su domenica) ma aumentano i ricoveri e le terapie intensive: più 132 i primi, più 10 i posti letto occupati nelle seconde. Nella Regione Lazio molti sindaci - da Rieti a Terracina - hanno firmato ordinanze per posticipare il rientro a scuola a dopo le vacanze di Pasqua ravvisando più un problema che una vera utilità aprire i portoni per soli due giorni. «Nelle piccole comunità dove c’è anche molto trasferimento intercomunale - ha commentato il Governatore Nicola Zingaretti ai microfoni di Radio Rai 1 - alcuni sindaci hanno preso la decisione di rimandare le riaperture che non drammatizzerei: penso che sia stata fatta comunque per aiutare i territori». E in vista del 7 aprile, intanto, quando in classe dovrebbero tornare gli studenti delle superiori, la Regione ha aperto già da ieri la possibilità di eseguire gratuitamente i tamponi nei drive-in del territorio senza l’obbligo della ricetta medica per ragazzi dai 14 ai 18 anni.