Da Verbania a Roma fino all'ultimo caso di Firenze: riaprono le scuole e si scoprono studenti e insegnanti positivi al Covid. Era inevitabile, sentenziano professori e dirigenti, ma cosa si deve fare e come le singole realtà scolastiche devono gestire un positivo dentro l'edificio?
Protocollo di sicurezza a parte - quello che impone di mantenere le distanze, l'uso delle mascherine, la misurazione della temperatura all'ingresso degli asili nido - ogni istituto scolastico deve provvedere a nominare un referente Covid. Una figura che può essere il vicepreside così come un qualsiasi docente che ha il compito di verificare il rispetto delle procedure anti-contagio e di allertare familiari e soprattutto sanitari dell'Asl laddove si presentasse, in piena attività didattica, uno studente con sintomatologia riconducibile al coronavirus.
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Ogni scuola poi deve allestire un'aula o un locale dove eventualmente isolare l'alunno o il docente che manifesta sintomi specifici in attesa dell'arrivo dei sanitari. Si sta aspettando la reintroduzione del medico scolastico ma già molte realtà - a partire dalle scuole private e internazionali - hanno ingaggiato almeno un infermiere. Nel Lazio la Regione ha attivato le cosiddette equipe anti-covid: dei gruppi di medici e sanitari per ognuna delle Asl territoriali con il compito specifico e unico di monitorare la situazione nei plessi: effettuare dei ciclici controlli, prendere in carico le segnalazioni di casi sospetti, attivare le Uscar (le unità dei medici di famiglia) da inviare a scuola per compiere immediatamente una verifica sul sospetto caso.
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Se uno studente rientrato a scuola dovesse risultare positivo al virus a distanza di qualche giorno perché manifesta dei sintomi o riceve il responso di un'analisi svolta per accertare la sua condizione, l'Asl competente può decidere ricostruendo i contatti di isolare a domicilio i compagni di classe e i docenti entrati in contatto, avviando di conseguenza le analisi del caso.
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Giovedì 10 Settembre 2020 di Camilla MozzettiEstrema ipotesi riguarda la chiusura della scuola, che sarebbe decretata sempre dall'Asl laddove si accertesse l'esistenza di un focolaio: più casi in diverse in classi e sezioni.