Scuola e covid: mense, trasporti e orari diversificati. Sette genitori su dieci nel Lazio preoccupati per la ripartenza

Domenica 6 Settembre 2020 di Alessandra Camilletti
La misurazione della temperatura in una scuola di Roma

Sette genitori su dieci, nel Lazio, si dicono preoccupati per il rientro a scuola dei propri figli. E lo sono principalmente per l’incertezza sulle modalità di ripresa (57%) e per i rischi legati all’eventuale  mancato distanziamento fisico (55%). Ma lo sono anche per le possibili variazioni di orario di entrata/uscita da scuola che potrebbero non essere compatibili con gli impegni lavorativi dei genitori (40%). Così i nonni, per chi li ha, tornano ad essere il pilastro del welfare familiare, per il 36% dei genitori intervistati nella regione. Ma sempre con l’incertezza che si lega alle potenzialità di contagio, a ragionare sui soggetti più fragili. «Un paradosso se si pensa che principalmente per proteggere i più anziani dal rischio di contagio, i bambini e gli adolescenti sono stati costretti a mesi di didattica a distanza e di lockdown. La rinuncia al lavoro o la riduzione dell’orario lavorativo sembra essere una delle opzioni delle famiglie, in particolare quelle con figli più piccoli. Nel caso del Lazio, così come in tutta Italia, il carico più oneroso ricadrebbe sulle madri (19%) più che sui padri (2%)», sottolinea Save the Children divulgando i dati di un'indagine condotta da Ipsos e inserita nel rapporto “La scuola che verrà: attese, incertezze e sogni all’avvio del nuovo anno scolastico”.

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Il 14 settembre è alle porte. Ancora di più lo è la data del 9 individuata per Roma per la ripartenza di nidi e scuole dell’infanzia.  E le  famiglie  fanno i conti con le preoccupazioni  relative a problemi di salute ma anche con quelle organizzative, che in certi casi si legano anche a problemi di carattere economico.  A parlare sono proprio i dati dell'indagine realizzata tra il 4 e il 18 agosto  e che dimostra come ad un mese dalla riapertura delle scuole   il 79% dei genitori non aveva ricevuto comunicazioni dalla scuola sulle modalità organizzative per il rientro. Uno dei risvolti riguarda la crisi economica: 1 genitore su 10 crede di non potersi permettere l’acquisto di tutti i libri scolastici e 1 genitore su 4 teme di non poter più sostenere il costo della mensa scolastica. Incertezza e preoccupazione - spiega Save the children - sono i sentimenti con cui anche nel Lazio genitori e bambini affrontano la riapertura della scuola dopo il lungo lockdown che li ha tenuti lontani dalle aule a causa della pandemia di Covid-19.  Tra i dati emerge anche l’apprensione legata alle difficoltà di apprendimento. «Sebbene quasi tutti siano stati ammessi alla classe successiva senza debiti, il 18% dei genitori ritiene che il proprio figlio non sia pronto ad affrontarne il programma a causa della perdita di apprendimento conseguente alle condizioni imposte dal confinamento», spiega il rapporto. 

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«La scuola è il luogo dove si combatte, in prima linea, la battaglia contro la povertà educativa. L’obiettivo oggi da porsi non è tornare alla condizione pre-crisi, ma compiere un deciso passo in avanti sul diritto all’educazione di qualità per tutti, superando le gravi diseguaglianze che si sono consolidate in questi anni. Servono scuole sicure, aperte tutto il giorno, accoglienti verso chi affronta maggiori difficoltà e in grado di far fronte alle crisi presenti e future. La riapertura oggi è ancora piena di incertezze, ma è una sfida sulla quale occorre investire tutte le energie e le risorse», spiega Raffaela Milano, direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the children.  L’organizzazione familiare è resa ancora più complessa dagli spostamenti che per molti studenti sono necessari per raggiungere la scuola. Garantire il rispetto delle norme sanitarie su mezzi pubblici e scolastici resta ancora un nodo irrisolto sui territori. Basti pensare che per il 27% degli studenti nel Lazio la scuola dista oltre 5 km da casa e per raggiungerla, nella regione, più di uno studente su 4 (il 28%) utilizza mezzi pubblici o scolastici. 

La maggioranza degli studenti nel Lazio (64%) - emerge dallo studio - ha riscontrato difficoltà nella fruizione della scuola a distanza imposta dal confinamento. Guardando più nel dettaglio ai voti riportati dagli alunni, il 71% ha mantenuto inalterata la propria performance, il 18% ha registrato un miglioramento nei voti conseguiti a fine anno, mentre il restante 12% ha riportato voti peggiori.  Poco più di 1 genitore su 5 dichiara di aver iscritto il proprio figlio a un centro estivo, che nel 60% dei casi è privato e che in media hanno frequentato per 18 giorni. Solo il 7% dei bambini nella regione, ha potuto frequentare gratuitamente il centro estivo, per il 56% è stato necessario sostenere un costo inferiore agli 80 euro, mentre il 37% delle famiglie ha speso una cifra più alta. Il costo troppo elevato è stato motivo della rinuncia per molte delle famiglie (32%). La mancanza di offerta nel proprio territorio ha invece rappresentato una barriera per 1 genitore su 4 tra coloro che non hanno iscritto i propri figli. La crisi economica, nonostante la possibilità di accedere a contributi pubblici, ha avuto ripercussioni anche sulla possibilità dei bambini di andare in vacanza: nel Lazio, quasi due genitori su 5 hanno dichiarato che quest’ anno non sono partiti con la propria famiglia. Il principale ostacolo è rappresentato dai costi (58%). Non è trascurabile però la quota di chi ha rinunciato per motivi di lavoro (20%). 

Altro elemento di preoccupazione, quello relativo alla mensa scolastica, che si conferma nelle risposte dei genitori del Lazio all’indagine Ipsos: più della metà (56%) fra coloro che usufruiscono del servizio mensa si dichiarano preoccupati della possibile sospensione del servizio a causa delle norme anti-Covid, mentre 1 genitore su 4 fra coloro che ne hanno usufruito negli anni passati per i propri figli di 4-12 anni, pensano di non poter sostenere le spese il prossimo anno.
Anche le attività extra scolastiche di bambini e ragazzi sono a rischio, in questo caso anche per le norme di distanziamento: poco più di 7 genitori su 10 credono che il proprio figlio dovrà farne a meno per il prossimo anno. 

Ultimo aggiornamento: 14:12 © RIPRODUZIONE RISERVATA