Lazio, sanità: 60 case della salute e nuovi macchinari. Il piano della Regione

Per i nuovi ambulatori utilizzati gli hub vaccinali di Porta di Roma e di Ostiense

Mercoledì 16 Febbraio 2022 di Fabio Rossi
Lazio, sanità: 60 case della salute e nuovi macchinari. Il piano della Regione

Sessanta case della comunità, nuova frontiera della sanità di prossimità con il cittadino. Da realizzare in tutti i quartieri di Roma, per aumentare i livelli di prevenzione e ridurre al minimo il ricorso agli ospedali: una strategia resa ancor più urgente e necessaria dalla pandemia degli ultimi due anni. A partire da due grandi hub che sono stati protagonisti della campagna di vaccinazione contro il Covid: quello aperto al centro commerciale di Porta di Roma e quello di piazzale dei Partigiani, all’Ostiense, realizzato in collaborazione con Acea. Al centro del nuovo piano sanitario che il Lazio finanzierà con il Pnrr (valore complessivo 550 milioni di euro) ci sono 170 case di comunità, l’evoluzione delle vecchie e mai decollate case della salute, come annunciato dal governatore Nicola Zingaretti nella videointervista al Messaggero tv: 60 di queste saranno collocate nelle tre Asl che servono la Capitale, di cui 55 nel territorio di Roma e cinque a Fiumicino.

L’ORGANIZZAZIONE 

Con una spesa complessiva di 165 milioni di euro, secondo i programmi della Regione le nuove strutture vanno completate entro il 2025.

Si punta a erogare tutti i servizi basilari, mettendo in campo medici di medicina generale, pediatri, specialisti ambulatoriali come cardiologi o ortopedici. Da affiancare a operatori come logopedisti, fisioterapisti e tecnici della riabilitazione. Quindi screening e riabilitazione, anche per dare in tempi rapidi (e vicino casa) le cure soprattutto ai malati cronici e più anziani. In questo schema, centrali saranno gli “infermieri di famiglia” che, in collaborazione con le futura centrali operative territoriali digitali - per le prenotazioni (come il Recup) e per smistare i malati - indicheranno ai pazienti a chi rivolgersi e quali prestazioni sono necessarie. «Sarebbe un errore non immettere nuove forze in queste strutture - sottolinea Alessio D’Amato, assessore regionale alla sanità - Speriamo che il governo ci metta in condizione di usare nuove risorse per assumere altri medici e personale sanitario, da utilizzare nelle case di comunità», rimuovendo vincoli di spesa legati a parametri che risalgono al 2004.

LE INIZIATIVE

Nel progetto saranno inseriti anche i medici di base, «che dovranno conferire una quota del proprio orario nelle nuove strutture dei distretti, secondo le esigenze», spiega D’Amato. Per rafforzare gli organici disponibili saranno coinvolte anche le scuole di specializzazione universitarie, a partire dalla Sapienza. In cambio di attrezzature all’avanguardia e di studi meglio organizzati, la Regione punta a trasferire in queste realtà le attività di medicina generale. Per quanto riguarda i complessi da utilizzare, questi saranno dislocati nei vari distretti delle tre Asl cittadine, corrispondenti ai 15 municipi della Città eterna, anche in territori dove gli attuali presidi sono spesso sguarniti di medici e di attrezzature. L’obiettivo della Regione è creare una casa di comunità ogni ventimila abitanti. A Cesano, per esempio, in accordo con il ministero della Difesa sarà riconvertita l’ex Scuola di fanteria. Nel quadrante est di Villa Tiburtina, tra Rebibbia e Ponte Mammolo, di proprietà della Fondazione Eleonora Lorillard Spencer Cenci: un’operazione di riutilizzo che ha, tra i suoi promotori, il fumettista Zerocalcare. Importante, per le dimensioni, sarà il progetti del presidio dell’Ipab San Michele, a Tor Marancia. Ma la mappa tocca tutte le realtà della Città eterna, anche in periferia, da Corviale a Torre Spaccata.

L’ASSISTENZA 

A questo si aggiungeranno i 44 ospedali di comunità previsti dal piano sanitario (di cui dieci a Roma), destinati a pazienti che necessitano di interventi sanitari con ricovero breve, e le 64 centrali operative territoriali, di cui 27 saranno ubicate nella Capitale. Anche per realizzare sul fronte dell’assistenza, gli obiettivi che si è posta la legge regionale - con prima firmataria Chiara Colosimo (Fratelli d’Italia) - approvata per facilitare l’accesso alle cure ai disabili e ai malati più fragili.

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