«Nessun procedimento disciplinare».
L'ispezione
Il sospetto è che la docente, nominata lo scorso settembre a capo dell’istituto, sia finita al centro di invidie e ritorsioni interne alla scuola. Su questo però c’è ancora il massimo riserbo dell’ufficio scolastico e dei colloqui con i diversi protagonisti della spinosa questione. A partire da quello con l’ex vicepreside, Luigi Botticelli, con cui la preside aveva un rapporto conflittuale. Secondo l’ufficio scolastico dunque dalle dieci ore di colloquio con l’insegnante, e dai racconti dei colleghi, non è emerso nessun elemento a carico della docente.
Ma sulla presunta love story gli studenti commentavano da giorni di chat in chat. Una voce sempre più insistente alimentata dagli screenshot e messaggi audio di alcune conversazioni private tra i due. Una situazione poi sfuggita di mano quando sono comparse delle scritte all’ingresso della scuola di Monteverde “il tuo silenzio parla per te”, “la laurea in pedagogia l’hai presa troppo seriamente” e “chi sa deve agire”.
A quel punto i genitori del ragazzo sono andati a scuola a parlare con il vicepreside per denunciare l’accaduto avviando le indagini da parte dell’ufficio scolastico regionale. Gli ispettori nella nota di ieri hanno chiarito: «L’ispezione ora terminata non ha accertato violazioni del codice disciplinare, per cui questo Ufficio non avvierà procedimenti né adotterà provvedimenti disciplinari».
La reazione
La stessa insegnante aveva riferito di aver avuto con lo studente -rappresentante di istituto - incontri durante il periodo dell’occupazione. «Forse ha messo lui in giro queste voci per vantarsi con gli amici?» aveva ipotizzato l’insegnante sommersa dalla critiche e dalle polemiche. Spiegando: «Mi ha accompagnata in commissariato a presentare la denuncia contro i compagni che occupavano, mi supportava quando cercavo di impedire l’occupazione. In quel frangente c’erano anche dei genitori». E ora, che la storia è al primo gira di boa dice: «In questo momento auspico che la mia vicenda sia di esempio per tutte le persone che si possano trovare nella mia stessa situazione - commenta ancora la preside - L’unico consiglio che sento di dare è quello di denunciare con coraggio e di non cedere mai davanti alla diffamazione, alla prepotenza e alla crudeltà».
Ma se l’indagine dell’Ufficio scolastico è ormai chiusa, si apre ora la battaglia legale. Come annuncia la stessa Quaresima: «Con la stessa determinazione chiederò conto di accertare tutte le responsabilità civili e penali del mio caso».
Nello specifico, il riferimento della docente è all’esposizione mediatica. La presunta relazione era diventata infatti un caso dopo la pubblicazione dei contenuti ipotetici di chat tra la preside e lo studente, e la sovraesposizione della dirigente, finita per giorni in una gogna di accuse e commenti. Uno scandalo alimentato da quelle frasi su cui era intervenuto anche il Garante della privacy.