Roma, sesso nell'auto della municipale: trasferiti i due vigili amanti

Lunedì 23 Novembre 2020 di Riccardo Tagliapietra
Roma, sesso nell'auto della municipale: trasferiti i due vigili amanti

Trasferiti d’ufficio. La vigilessa a Monteverde, il collega all’Aurelio. Entrambi lavoravano al gruppo Cassia della polizia locale di Roma.

Ma, complici una serata d’agosto e un turno probabilmente noioso, i due agenti non hanno resistito al richiamo della natura e si sono lasciati andare a qualcosa di più della solita chiacchierata serale, trasformando l’auto di servizio in un’alcova. Una vicenda sulla quale il comando generale di via della Consolazione ha aperto un’inchiesta interna per accertare prima di tutto i fatti e se vi sia, oltre alla violazione del codice disciplinare, anche uno strascico giudiziario.

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L’AUDIO

A dare l’innesco all’indagine un file audio inviato anonimamente al quartier generale della polizia locale lo scorso settembre. Il vigile di mezza età e la vigilessa, molto più giovane (e conosciuta nell’ambiente perché figlia di un ufficiale interno), erano impegnati nella sorveglianza del campo nomadi di Tor di Quinto, o meglio, di quello che ne restava dopo lo sgombero, effettuato dai colleghi nei giorni precedenti. Con un compito preciso: evitare che i rom tornassero a occupare la piazza. Ma invece di controllare l’area, protetti dalle tenebre, e visto che in giro non c’era anima viva, i due si sarebbero tolti la divisa per dare sfogo alla passione. «Ecco cosa fanno gli agenti durante il servizio», avrebbe scritto l’anonimo guardone nella denuncia, spiegando che la traccia audio era stata trasmessa dalla radio della pattuglia, accidentalmente accesa dalla coppia durante le effusioni amorose. Una traccia audio finita anche sui telefonini di mezzo corpo di polizia municipale. E così, i vigili che stanno investigando sul caso sono andati a cercare nelle registrazioni automatiche delle conversazioni tra autopattuglie e sala radio, senza però - per ora - trovare riscontri di sorta, o comunque nulla di compromettente. Il file, però, esiste, «ed è molto chiaro ciò che avviene tra i due colleghi-amanti», assicura chi lo ha potuto ascoltare. 

L’IPOTESI

Si fa largo quindi un’altra ipotesi. Qualcuno, forse geloso dei due, potrebbe aver nascosto una microspia nell’auto che sapeva avrebbero preso, registrare la nottata, per recuperare il dispositivo al rientro della pattuglia. E anche questa opzione è oggetto d’indagine, assicurano dagli uffici della Municipale. Perché ovviamente se il fatto dovesse rivelarsi una semplice scappatella al di fuori dell’orario di lavoro, per il “delatore” potrebbe aprirsi un procedimento per diffamazione e visto che si presume essere un collega dei due, pure qualcos’altro. Ovviamente, per gli agenti incaricati di ricostruire la vicenda, è stato facile risalire al nome dei due amanti. È bastato controllare i fogli matricolari di chi era in servizio la notte incriminata davanti all’ex campo nomadi e fare un breve giro dai colleghi del gruppo Cassia per una sorta di riconoscimento vocale. E così, una volta convocati dai superiori e messi di fronte alle loro ovvie responsabilità, ai due non è rimasto che accettare il trasferimento in due diversi Gruppi, in attesa che venga fatta piena luce. Se verrà definitivamente accertato il loro comportamento e quindi la violazione dell’obbligo previsto dal servizio, si potrebbero aprire varie tipologie di sanzioni: dalla decurtazione dello stipendio, alla sospensione, fino al licenziamento, «anche se quest’ultima ipotesi appare molto lontana», spiegano dal Comando. In caso contrario serviranno un po’ più delle semplici scuse. 

Ultimo aggiornamento: 24 Novembre, 09:14 © RIPRODUZIONE RISERVATA