Già dal mattino la via della Dolce Vita è in fermento e questo significa che si intravedono germogli di speranza per un rilancio delle attività nel centro storico dove c'è desiderio di tornare a fare shopping e consumare un buon caffè e un pranzo all'aperto anche se con le dovute distanze.
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C'è chi porta a spasso il cane, chi compra il giornale in edicola chi fa jogging nella vicina Villa Borghese. Ma ciò che salta più a l'occhio è che dopo oltre due mesi di lockdown a causa dell'emergenza coronavirus, iniziano le grandi pulizie in locali storici come l'Harry's Bar che fino a qualche settimana fa erano ricoperti di polline e foglie degli alberi che ancora attendono una potatuta come si deve.
Oltre alle sanificazioni vere e proprie si getta l'idrante oltre l'ostacolo per rimuovere l'incertezza di una riapertura a marce basse ma è pur sempre un inizio: "È chiaro che non possiamo aspettare che torni tutto come prima - dice Pietro Lepore il proprietario di uno dei locali più famosi al mondo che conserva una esposizione di fotografie del Re dei paparazzi Rino Barillari - ma bisogna rimettersi in piedi con la consapevolezza da parte delle istituzioni e della politica che Roma deve tornare la Capitale del turismo e per questo ci vuole sostegno, incentivi, cura, manutenzione e lasciare respirare commercianti, imprenditori e artigiani che sono la spina dorsale del comparto e che negli ultimi tempi sono considerati soltanto per il gran volume di tasse che pagano, dall'imondizia al suolo pubblico. L'Harry's ha cominciato le grandi pulizie e questo significa volontà di tornare alla normalità nel rispetto delle regole. I tavolini all'aperto, con le giuste distanze, lungo le strade più celebri di Roma, del resto, sono un palcoscenico a cielo aperto e le persone non vedono l'ora di calcare la scena".
E anche sotto il profilo di nuovi sviluppi, nuove frequentazioni c'è molta attesa. Non a caso di recente sono uscite delle indiscrezioni secondo cui Netflix, il colosso californiano di film e video, punta a un prestigioso edificio di via Boncompagni a due passi da via Veneto. A due passi dalla Casa del Cinema, da Largo Federico Fellini, da Villa Borghese. Netflix assumerà almeno 35 persone e con tutta probabilità farà del palazzo storico una sede di rappresentanza per conferenze stampa, proiezioni e meeting. Non c'è solo il virtuale ma la volontà di vivere Roma e convivere con il virus senza abbrutirsi.
Lungo via Veneto sono tutti più o meno d'accordo. Gli imprenditori, albergatori, negozianti e gioiellieri, scrutano giorno dopo giorno il ritorno alla vita. Ci si saluta da lontano, coperti fino a sotto gli occhi da una mascherina ma si ragiona, si sogna e si pensa a un'estate tutta romana dove sono aperti anche i centri estivi per quei bambini e appena adolescenti che vogliono tornare a socializzare con i coetanei e che sono stanchi di guardare dalla finestra.
A tale proposito, il presidente del I Municipio Sabrina Alfonsi ha provato a spingere sull'acceleratore anticipando un piano di gestione ancora prima dell'inquilina del Campidoglio Virginia Raggi: "La polemica scatenata dalle dichiarazioni del consigliere capitolino Diario - ha detto Alfonsi - secondo il quale il Municipio I si è 'lanciato in avanti in maniera spregiudicata' scrivendo alle famiglie per sondare i bisogni riguardo i centri estivi, va inquadrata per quella che è: sterile polemica.