Roma, vaiolo delle scimmie: i primi vaccinati allo Spallanzani. Ci sono già 600 persone in lista d'attesa

Lo studio su Lancet: «Tracce della malattia nel liquido seminale per due mesi»

Martedì 9 Agosto 2022 di Flaminia Savelli
Roma, vaiolo delle scimmie: i primi vaccinati allo Spallanzani. Ci sono già 600 persone in lista d'attesa

Arrivano alla spicciolata nel padiglione centrale dell'Istituto Lazzaro Spallanzani. E non ci sono solo i primi dieci selezionati tra le 600 email arrivate dopo l'annuncio dell'avvio alla vaccinazione contro il vaiolo delle scimmie, Monkeypox virus. C'è anche chi ha richiesto un colloquio con il medico per maggiori informazioni e chi, sta uscendo dalla malattia ed è stato chiamato per un'ultima visita di controllo. Per tutti, l'istituto nazionale delle malattie infettive, da ieri mattina ha attivato un percorso protetto mettendo a disposizione medici e specialisti. C'è paura e tensione nel piazzale: «Si sa ancora poco di questo virus, non appena è stato possibile sono venuto qui in ospedale. Sono un soggetto a rischio e volevo essere seguito e vaccinato» dice un giovane appena uscito dal padiglione centrale.


IL PROGRAMMA


Così è iniziato il programma contro il virus, un programma non di massa ma rivolto a determinate categorie di rischio. Nel caso del vaiolo delle scimmie, finora la maggior parte dei casi ha riguardato uomini che fanno sesso con altri uomini. Secondo gli scienziati la spiegazione è che abbia iniziato a circolare per caso rimanendo poi nella comunità. Per il momento la Regione Lazio ha ordinato un lotto da 1.200 dosi che verranno somministrate su prenotazione (attraverso una email). Ma l'assessore alla Sanità, Alessio D'Amato assicura che: «Se le richieste dovessero aumentare siamo pronti per un prossimo ordine». Intanto ieri mattina all'ingresso del padiglione centrale si sono presentati i primi che hanno ricevuto la somministrazione insieme ai prossimi in lista: «Farò il vaccino la prossima settimana, me lo ha comunicato il mio medico questa mattina» racconta un 32enne che si è trasferito da Viterbo a Roma 4 mesi fa: «Mi ha spiegato che rientro nelle categorie di rischio, è stato lui a chiamarmi e ad avvisarmi. Lo farò certamente anche se - precisa - ci sono ancora molte incertezze su come avvenga il contagio». Le vie di trasmissione umano-umano non sono infatti ancora completamente chiare. Nel Lazio sono 109 i contagiati accertati: «Mi sono accorto quasi subito di essere stato contagiato dal vaiolo delle scimmie» racconta un impiegato di 42 anni appena fuori dal padiglione con il certificato di uscita dalla quarantena: «I sintomi non lasciavano spazio a equivoci. Ho subito contatto l'ospedale e ho iniziato il percorso di cure. Ho avuto molta paura poi i sintomi si sono attenuati ma ero coperto di pustole. A differenza del Covid, la quarantena dura almeno tre settimane e questo è l'aspetto più difficile da affrontare. L'unica soluzione è il vaccino e adottare comportamenti sessuali responsabili. I medici mi hanno spiegato che anche se ora sono guarito, il virus sarà nel corpo e nel liquido seminale per i prossimi due mesi».

Come è stato confermato da uno studio proprio dello Spallanzani e pubblicato sulla rivista scientifica Lancet.


PAURA E INCERTEZZA


In tanti ieri, con l'avvio del programma vaccinale, hanno richiesto informazioni per poi accedere alla procedura. Sono arrivati in piccoli gruppi di amici: «C'è molta preoccupazione perché non è ancora stato chiarito come ci si contagia» spiega uno studente di 20 anni: «Mi sono fatto accompagnare da due miei amici perché avevo troppa paura a venire da solo. Ho parlato a lungo con un medico per capire meglio la malattia e poi ho chiesto di poter essere inserito nella lista appena sarà possibile. Anche perché nel periodo in cui venivano accertati i primi casi, ho avuto condotte meno responsabili: vaccinarsi in questo momento è importante».

 

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