«Sblocchiamo gli iter burocratici, le pratiche arretrate, che fermano sviluppo e innovazione anche in eccellenze».
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LA POLITICA
Che la politica sia il vero protagonista dell’assemblea annuale di Unindustria, lo si comprende quando in sala entra il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: senza che proferisca parola, scattano quattro minuti di applausi al suo arrivo, quasi il doppio - con standing ovation - all’uscita. Camilli, informalmente, ha spiegato che da parte sua o dall’associazione non c’era alcuna volontà di criticare le istituzioni locali presenti ieri al Teatro dell’Opera, cioè il sindaco Roberto Gualtieri e il governatore Nicola Zingaretti, «ma solo di sferzarli, spingerli a fare sempre meglio visto le opportunità che ci sono».
Anche perché con “il Decennio di Roma” - la serie di eventi straordinari che si apre con la divisione dei fondi del Pnrr, il Giubileo, forse l’Expo e il Bimillenario della Croce nel 2023 - «la Capitale è una pagina fondamentale della trama di sviluppo del Paese, anzi il nostro booster». Mentre il Lazio, sull’onda dei successi nella gestione della lotta al Covid, può lavorare «per gli appalti ad un “modello Lazio” con servizi dedicati alle imprese che vogliono avvicinarsi al mercato delle gare pubbliche».
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Entrando più nello specifico, Camilli chiede alla giunta di Zingaretti, per rafforzare l’impronta industriale del Lazio, di avviare una nuova fase di sviluppo, «sostenendo le imprese esistenti e attraendone di nuove, ragionando per filiere produttive e valorizzando gli ecosistemi della conoscenza. Usciamo, insieme, da un infinito replay di ripartenze». Per esempio sui fondi strutturali, «serve un monitoraggio sui risultati», affinché le risorse «non si disperdano in logiche da bonus». Eppoi si devono velocizzare le tempistiche delle autorizzazioni ambientali - «Non possono essere uno strumento ideologico per frenare gli investimenti delle imprese» -, completare lo sviluppo del porti o concludere la ricostruzione nelle aree colpite dal sisma. E il governatore, che ben comprende il sentiment della platea, prima spiega che «nel 2013 avevamo 28mila pratiche arretrate proprie sui temi ambientali, oggi siamo a 1000. Ma sono ancora troppe». Poi annuncia sia di aver chiesto al governo di congelare e ridiscutere il decreto sulle bonifiche Sin (quello che ha spinto la Catalent a spostare il suo investimento da 100 milioni in Gran Bretagna) sia «la nascita dell’ufficio supporto investimenti produttivi al servizio delle imprese e del lavoro». Invece a Gualtieri Camilli ricorda che «Roma è anche una città industriale ed è molto meno statica di quello che appare. Ma ha bisogno di ambizioni». Concorda il sindaco: «L’Italia ha un grande bisogno che Roma sappia assumersi in pieno il ruolo di Capitale del Paese».