Roma, blitz nei campi nomadi degli ispettori dell’Ue: roghi tossici nel mirino

Mercoledì 5 Giugno 2019 di Stefania Piras
Roma, blitz nei campi nomadi degli ispettori dell’Ue: roghi tossici nel mirino
Faro dell’Ue sui campi rom della Capitale. Oggi infatti il Consiglio nazionale rom sinti caminanti incontrerà Szabolcs Schimdt, direttore Generale della Commissione Europea Giustizia, arrivato ieri da Bruxelles, per chiedere lo stato di infrazione contro l’Italia per violazione di regolamenti e trattati ed il blocco dei fondi strutturali europei - 7 miliardi di euro. E ieri i funzionari Ue sono venuti in Campidoglio per chiedere conto direttamente all’amministrazione. Il dg Schimdt oggi incontrerà anche la sindaca Virginia Raggi.

LA VISITA
Dopo la visita nei campi della Barbuta e Castel Romano (quelli che dovrebbero chiudere entro il 2021, secondo le delibere vergate da Raggi), i dodici “policy officer” europei si sono riuniti nella sala della piccola Protomoteca per fare il punto con il nuovo capo del Dipartimento, con Monica Rossi, esperta e membro di organismi comunitari nonché delegata della sindaca su questo specifico dossier e gli assistenti sociali dell’Ufficio Rom. Non c’era invece la presidente del Municipio VII Monica Lozzi che pure si era interessata al problema più volte. Bruxelles ha aperto una procedura di pre-infrazione contro la Regione Lazio relativamente a discriminazioni razziali che impediscono l’accesso alla casa. I consiglieri capitolini che hanno incontrato i funzionari Ue hanno cercato di spiegare loro che il problema è molto più complesso: «Tante persone si rifiutano di uscire dai campi». Ma è sui soldi che i funzionari europei poseranno la loro lente di ingrandimento e più nello specifico sull’utilizzo dei Fondi Strutturali Europei destinati alla promozione dell’inclusione sociale di rom. Attraverso questi finanziamenti, i Pon Metro, l’Europa ha messo sul piatto, solo per la Capitale, 3,4 milioni di euro. Come sono stati utilizzati? Le emergenze sanitarie sono state superate? I roghi tossici sono stati domati? Queste le domande che hanno posto gli inviati speciali. I funzionari più critici battono molto il ferro sullo sgombero del camping River del 26 luglio scorso che riguardava diversi minori. Sono saltate fuori le vecchie denunce che parlarono all’epoca, giugno 2017, di casi molto problematici. A Castel Romano si contarono 70 casi di scabbia, leptospirosi, epatiti, leucemie, con 63 persone morte negli ultimi 5 anni. E ad oggi la situazione è rimasta identica.

LE RISORSE
Ci sono dei passi in avanti, hanno spiegato in Campidoglio fornendo le cifre sugli alloggi popolari messi a disposizione secondo graduatoria, sull’integrazione scolastica molto migliorata e sull’accesso alle case popolari (proprio il tema che ha infuocato il dibattito pubblico).
Si è parlato anche delle risorse economiche che il Comune consegna alle famiglie che lasciano i campi; anche diecimila euro a famiglia in un’unica soluzione, cinquemila per la formazione al lavoro e il resto è utilizzato per pagare un affitto. 
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