Meno di cinquemila euro. Tanto vale l'orrore e il danno materiale e psicologico subito dalla turista australiana, all'epoca 49enne, che nell'ottobre del 2016 venne picchiata, rapinata e violentata da Eduard Oprea, romeno di 40 anni con precedenti specifici, a Colle Oppio. La notizia di quello stupro con lo sfondo del Colosseo fece il giro del mondo, Roma apparve insicura come non mai e, soprattutto, decisamente pericolosa per le donne. Per il 23 gennaio è fissata l'udienza in Cassazione sul ricorso presentato dai legali di Oprea, se la Suprema Corte riterrà corretto il percorso dei primi due gradi di giudizio, la sua condanna a poco più di sei anni di carcere (inizialmente erano 12 poi ridotti) diventerà definitiva. Altrimenti verrà annullata. Ma nel frattempo per la signora che era arrivata in Italia per un breve soggiorno nella Città Eterna si è aggiunta una nuova beffa: Oprea è nullatenente e, quindi, è lo Stato italiano che deve intervenire in surroga per il risarcimento come previsto dal diritto Comunitario. Il giudice ha già stabilito per lei, che rimase lunghissimi giorni all'ospedale San Giovanni, da sola e senza aiuti, ricoverata per la frattura del setto nasale e di una costola, una provvisionale di cinquantamila euro. Ma non li incasserà mai.
«Perché spiega l'avvocato Mario Rinaldi che la assiste -, per le vittime di violenza, lo Stato ha definito un risarcimento nella misura fissa di 4.800 euro. Va da sé che intenteremo una causa civile perché un simile risarcimento è del tutto ridicolo». Da quel giorno la signora australiana non si è mai completamente ripresa.
Roma, stupro a Colle Oppio: Eduard Oprea condannato a 12 anni
LA RICOSTRUZIONE
«Ho riportato lesioni che hanno pregiudicato il mio lavoro come modella racconta dall'Australia dove continua a sottoporsi a cure psicologiche per superare il dolore sono stata malissimo.