Se lo sono visto recapitare di mattina. Un pacco voluminoso, abbastanza pesante, imballato con cura. Il destinatario era il Museo Nazionale Romano, così il personale lo ha direttamente recapitato agli uffici delle Terme di Diocleziano.
IL MESSAGGIO
«Perdonatemi per essere un'americana così sciocca - si legge - Mi sento terribilmente per aver non solo rubato questo reperto dal suo posto legittimo, ma anche per averci scritto sopra in questo modo. È stato molto sbagliato da parte mia e solo ora, da adulta, mi rendo conto di quanto sia stato sconsiderato e spregevole farlo. Ho passato ore a tentare di rimuovere la scritta, ma senza successo». «Il pacco è arrivato dalla città di Atlanta - racconta il direttore del Museo Nazionale Romano Stéphane Verger - Dal tenore della lettera possiamo immaginare che sia una giovane: nel 2017 deve essere venuta a Roma da turista e ha preso questo frammento di marmo per regalarlo al fidanzato. Mi ha fatto effetto proprio perché è una ragazza: si è resa conto di aver sbagliato. È un gesto spontaneo, ma frutto di una riflessione consapevole». Chissà se Jess ha agito come Nicole, la 36enne canadese che lo scorso ottobre ha voluto restituire un reperto rubato a Pompei anni prima, durante una gita, ammettendo che le ha portato sfortuna (tra problemi di famiglia e malattie). Che sia una scelta analoga, quella di Jess?
IL PORTA-SFORTUNA
«Chissà, forse ha avuto notizia anche lei della signora di Pompei - commenta Stéphane Verger - forse quest'anno 2020 falcidiato dall'epidemia del Covid l'ha fatta riflettere, smuovendo anche la coscienza. Fatto sta che dopo tre anni dal furto lo ha restituito: è un gesto simbolico molto importante». Il reperto di per sé ha un valore contenuto: «È un marmo originario dell'Asia Minore, un cosiddetto marmo preconnessio, molto diffuso nell'impero romano - spiega Verger - Probabilmente è stato trafugato da un parco archeologico, forse il Foro Romano». Lo ha restituito al Museo Nazionale Romano scegliendolo come destinatario simbolico. Jess ha preparato con cura il pacco, proteggendo il reperto per il viaggio. «La lettera che lo accompagnava era quasi commovente», dice il direttore. Al Museo intanto ci si prepara alla riapertura, in attesa del nuovo Dpcm del 3 dicembre. «Certo dobbiamo riaprire in piena sicurezza, per questo non posso non pensare al lutto per Covid nel nostro Ministero dei Beni Culturali con la scomparsa di Filippo Maria Gambari direttore del Museo delle Civiltà all'Eur, un grande studioso».