Termovalorizzatore a Roma, Gualtieri: «Impianto a impatto zero, mai più rifiuti per strada»

Il sindaco: «Già dai prossimi mesi pagherà meno Tari chi farà più raccolta differenziata»

Venerdì 22 Aprile 2022 di Francesco Pacifico
Termovalorizzatore a Roma, Gualtieri: «Impianto a impatto zero, mai più rifiuti per strada»

«Con questo piano Roma trasformerà i rifiuti da problema in risorsa per la transizione ambientale ed energetica: ridurremo le emissioni, supereremo le discariche e il consumo di suolo, produrremo energia pulita. E con un impianto a impatto zero ripuliremo finalmente la città come merita». Il giorno dopo aver spiazzato tutti con l’annuncio di un termovalorizzatore pronto per il Giubileo, il sindaco Roberto Gualtieri guarda con più forza ai risparmi e ai ritorni per i romani.

Intanto ambientali: addio a Tmb, discariche e a immondizia trasportata sui vecchi camion. Il che porterà a «tagliare le emissioni almeno del 45 per cento rispetto a oggi». E l’oggi «è un buco nero inquinante, capace solo di ingoiare risorse che andrebbero spese invece per spazzare le strade». Sì, perché mentre i romani pagano una Tari altissima e, nonostante la pulizia straordinaria a Natale, alcuni quartieri sono ancora sporchi. «Quello che risparmieremo con i termovalorizzatori - promette Gualtieri - lo useremo per migliorare il servizio, per esempio per lo spazzamento. Ridurremo di un terzo i costi della raccolta: adesso spendiamo 129 milioni di euro per spazzamento e lavaggio delle strade e 182 milioni per trattamento e smaltimento». Insostenibile non solo per le casse comunali.

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Il nuovo termovalorizzatore costerà intorno ai 700 milioni di euro. Secondo gli esperti del settore, con fatturato medio di 140 milioni di euro, si ripagherà anche in cinque anni. E così la mente corre alla campagna elettorale scorsa, quando il sindaco promise per fine consiliatura un taglio della Tari del 20 per cento. «Ma già nei prossimi mesi con l’ingegnerizzazione del ritiro e lo sviluppo di cassonetti intelligenti e porta e porta che sta predisponendo Ama, pagheranno di meno di Tari i cittadini che faranno più differenziata». Poi, ci sono il recupero dei materiali e la produzione di energia. «Il nostro piano è di portata storica perché nel suo complesso consente la chiusura totale del ciclo dei rifiuti, portando Roma all’avanguardia dell’economia circolare. Con i due nuovi biodigestori per l’organico, per esempio, produrremo all’anno tra i 13 ai 15 mlioni di metri cubi di biogas e 8-9 milioni di biometano, con il quale alimentare anche la flotta di Ama e una parte di quella di Atac. Con gli impianti di recupero di carta, cartone e plastica sosterremo la filiera del riciclo, in un momento in cui c’è richiesta fortissima anche di materie prime». Poi c’è la bolletta elettrica. Il futuro impianto «consentirà di recuperare energia elettrica per 150mila famiglie e calore per altre 36mila».

I NODI
Questi gli obiettivi del Comune. Intanto, però, restano alcune incognite. Con il termovalorizzatore non serviranno più maxi discariche, ma solo una piccola, di servizio, da 60mila tonnellate per gli scarti. Ma, intanto, nei prossimi tre anni, dove manderemo il talquale? «La precarietà attuale - ribatte Gualtieri - rende oggi più complesso e costoso trovare sbocchi alternativi. Con un progetto ambizioso come questo, potremo gestire la fase intermedia in modo più stabile e più sostenibile». Tradotto, si eviteranno sia nuove emergenze sia il gioco al rialzo dei fornitori. «Roma oggi paga il triplo (quasi 100 euro) di quanto spende Milano (30 euro) per ogni tonnellata di spazzatura». Per gli ambientalisti il termovalorizzatore è un’idea vecchia. «Veramente, e le ho cercate, non mi sono state presentate tecnologie alternative valide». Eppoi è mastodontico con le sue 600mila tonnellate all’anno. «Intanto - nota il sindaco - si dimentica che alzeremo il tetto della differenziata (al 65 per cento, ndr) ma poi non è affatto vero che l’impianto sarà sovradimensionato: Parigi ha tre termovalorizzatori, uno da 630mila tonnellate all’anno, l’altro da 430 e il terzo da 700. Noi l’abbiamo sottodimensionato rispetto alla produzione di indifferenziato (quasi 900mila tonnellate, ndr) proprio per darci obiettivi ambiziosi di differenziazione e riduzione dei rifiuti.
 

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