Lui e lei.
I carabinieri della compagnia piazza Dante, che indagano sull’episodio, tendono ad escludere che quell’ogiva recuperata dal soffitto della camera da letto dell’appartamento al sesto piano fosse destinata ad uno dei due. Ma chi ha sparato nella notte a cavallo tra Ferragosto ed il 16? Sono le quattro del mattino e un intero isolato si sveglia perché qui vivono persone che sanno distinguere perfettamente il rumore di un colpo esploso da un’arma da fuoco rispetto a quello generato da un petardo. Non è la prima volta che si verifica un episodio simile. Già mesi fa, sempre in piena notte, un altro colpo partì da una pistola mai trovata e impugnata da un uomo non ancora rintracciato. Quel proiettile all’epoca si conficcò nel cruscotto di un’auto in sosta. Via Alberto Bergamini, meno di 500 metri di distanza. L’altra notte è accaduto ancora e come allora poteva uscirci il morto. In un attimo sul posto arrivano le pattuglie dei carabinieri, i proprietari di casa non dormiranno più.
I RILIEVI
La sezione rilievi del Nucleo investigativo di via In Selci entra nell’appartamento e recupera l’ogiva iniziando le verifiche. Si parte dallo studio della traiettoria anche perché di testimoni, oltre alla coppia spaventata, non ce ne sono. A parte il rumore nessuno ha visto nulla né ha sentito, ad esempio, dopo lo sparo un’auto o un motorino mettersi in moto. L’ipotesi più probabile è che il colpo sia partito da uno dei palazzi limitrofi. Esattamente da uno dei palazzi che compongono quel quadrato tra via Tommaso Smith e via Sebastiano Satta. Case popolari, abitate da tante persone perbene ma anche da molti pregiudicati ai domiciliari. La distanza verosimile che è stata calcolata è tra i 450 e i 500 metri in linea d’aria e stando alla posizione dell’ogiva, che si è conficcata orizzontalmente nella parte alta della parete della camera da letto, quasi al “confine” con il soffitto, il colpo potrebbe essere stato esploso da una stessa altezza. Anche se permangono dei dubbi. Più remota, ma al momento impossibile da escludere a detta dei militari, l’ipotesi che il colpo sia partito dalla strada e che il proiettile sia stato “deviato” dal ramo di un albero. Ieri è partita un’informativa verso la Procura, non si ipotizza al momento il tentato omicidio, «nessuno ci ha mai minacciato», avrebbe detto la coppia anche se sono in corso ulteriori approfondimenti. Di certo sono state eseguite in quelle case popolari una serie di perquisizioni che hanno portato al sequestro di alcune armi. Si è passati al confronto balistico ma quel proiettile, esploso probabilmente da una semiautomatica, non rispondeva a nessuna delle armi sequestrate. Resta il mistero.