Roma, sparò dalla finestra a una bimba rom di 13 mesi: ex dipendente del Senato a processo

Venerdì 6 Novembre 2020 di Adelaide Pierucci
Roma, sparò dalla finestra a una bimba rom di 13 mesi: ex dipendente del Senato a processo

Sarà processato e con un’accusa aggravata Marco Arezio, l’ex dipendente del Senato che nel luglio del 2018 ha sparato con una carabina ad aria compressa dal suo balcone, in via Palmiro Togliatti, centrando Cerasela, una bimba di rom di 13 mesi, rimasta poi zoppa.

Alle contestazioni di detenzione e alterazione illegale di arma e lesioni volontarie con dolo eventuale si è aggiunta la circostanza di aver provocato un danno permanente alla vittima. Lo ha deciso ieri il gup Anna Maria Gavoni nel disporre il processo per l’uomo che avrebbe giocato al tiro a segno da casa. Lo stesso giudice nei mesi scorsi aveva respinto l’accordo di patteggiamento tra l’imputato e la procura che prevedeva una condanna a un anno e 10 mesi e un risarcimento per i familiari della vittima di 220.000 euro. La pena era stata ritenuta incongrua, troppo lieve.

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Arezio, che ha sempre sostenuto di aver sparato per sbaglio mentre provava l’arma, era finito sotto inchiesta per tentato omicidio, derubricato successivamente in lesioni. Il pm Roberta Capponi, che pur aveva accordato il patteggiamento poi non accolto, ne aveva chiesto il rinvio a giudizio escludendo la casualità del colpo. Per l’accusa l’uomo potrebbe anche non aver preso la mira di proposito, ma sparando a caso, e soprattutto verso il basso, di certo non poteva escludere di poter ferire. Il gip nell’aggravare le contestazioni, ieri, ha ritenuto che ci fosse anche un nesso causale tra la detenzione e l’alterazione del fucile e la decisione di sparare.

La dinamica del colpo, ricostruita dal perito balistico Stefano Fabbrini, nominato dal gip in fase di incidente probatorio, aveva escluso che l’ex dipendente di palazzo Madama avesse commesso un errore. A inchiodarlo la forza con cui è stato premuto il grilletto, una pressione che, secondo l’esperto, dimostrerebbe la volontarietà del gesto. Subito dopo l’esplosione Cerasela si era accasciata tra le braccia della madre.

Dopo giorni di serrate indagini le attenzioni si sono concentrate sul sessantenne. L’uomo, ha ammesso di aver sparato solo dopo l’ordine di perquisizione disposto dalla procura. “”Non avevo nessuna intenzione di colpire la bimba””, si è giustificato, “”Stavo provando l’arma””. Ossia una carabina Hatsan comprata di recente e modificata per aumentarne la potenza. La piccola Cerasela nel frattempo si è rimessa, ma resterà zoppa. Ha rischiato di restare inferma.

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