Roma, Morassut: «Sì a candidato Pd-M5S, anche i grillini vogliono superare la stagione Raggi»

Domenica 27 Settembre 2020 di Mario Ajello
Roma, Morassut: «Sì a candidato Pd-M5S, anche i grillini vogliono superare la stagione Raggi»

Sottosegretario Morassut, da esponente del Pd romano oltre che nazionale e di governo, cosa pensa? Esperienza Raggi non riproponibile e candidatura comune tra voi e i 5 stelle?
«Penso che, per il bene della Capitale, questo debba essere il percorso. Occorre partire dalla convergenza tra Pd e M5S, per trovare anche con le altre forze della città una figura che incarni la nuova fase politica e che aggreghi energie produttive e civiche».

Però la Raggi insiste, non accetta il passo indietro.
«Lei è stata la prima donna sindaco di Roma e in questo rappresenta una novità importante. Bisogna però prendere atto di un sentimento non positivo che la città esprime verso questa amministrazione. I romani non darebbero il consenso alla prosecuzione di questa esperienza».

Rifiuti a Roma, pulizia e raccolta. L’Ama ammette il flop: obiettivi non raggiunti

Roma, multe sbagliate ma il Comune “salva” i vigili: «Vanno pagate»

Beppe Grillo dovrebbe convincere l'amica Virginia a fare il passo indietro?
«Non spetta a me entrare nel merito di questo aspetto. Certamente, però, una proposta efficace deve tener conto della voglia di cambiamento che si sta manifestando anche dentro al Movimento 5 stelle».

Sta parlando di Roberta Lombardi che dice mai più con la Raggi?
«Leggo che c'è un dibattito ampio dentro M5S, che spero porti a un passo avanti la nostra interlocuzione. Non serve punire nessuno, ma capire finalmente che Roma ha bisogno di una prospettiva all'altezza della Capitale. È cominciata una stagione politica nuova nel Paese, ed è naturale che Roma interpreti questa novità. Occorre incarnare un riformismo civico. Che cosa significa? Unire ciò che negli ultimi anni è apparso contrapposto o confliggente: capacità di governo e apertura alla società civile. I partiti tradizionali devono aprirsi e i comitati civici imparare ad usare l'arte del governo».

Ma perché le personalità di spicco nazionale si tirano indietro appena si parla di Campidoglio?
«Fino ad ora penso che la sensazione di dover affrontare un cimento davvero arduo, con poteri inadeguati e risorse insufficienti, abbia scoraggiato, in tutte le parti politiche, la disponibilità delle migliori risorse. Per questo occorre affrontare finalmente il tema della riforma dell'ordinamento della Capitale: la destrutturazione progressiva dell'ordinamento attuale spinge verso il basso la selezione delle classi dirigenti, c'è una crisi organica che da troppo tempo sottovalutiamo».

Quindi niente Calenda, niente Meloni, niente Sassoli, niente Gabrielli, niente Letta junior o Letta senior?
«I nomi si vedranno. Magari con il passare dei mesi, e quando sarà chiaro a tutti che il voto a Roma sarà l'evento cruciale della politica 2021, si accenderanno nuove volontà. In questi ultimi vent'anni la Lega ha imposto il paradigma regionale nel dibattito sulle autonomie, mentre c'è un tema che riguarda il governo delle grandi metropoli, e Roma è la più grande, che ha una sua urgenza irrinviabile».

Al momento sembra che l'unico programma che avete sia quello di fermare la destra. Ovvero il solito appello all'unità antifascista. Non crede che sia davvero troppo poco?
«Mi auguro che la partita si giochi su altre coordinate. Se partiamo dall'idea di vincere contro qualcuno, abbiamo già perso. Piuttosto vediamo se siamo in grado di avanzare una proposta politica per governare la Capitale e rispondere alle attese confuse e al disorientamento dei cittadini. Mai come ora il consenso sarà mobile e attento al merito delle proposte. Quindi farei attenzione a buttarla sull'ideologia».

Servono più poteri per Roma Capitale, ok. Ma ormai lo dicono tutti.
«Per parlare di cose pratiche. Secondo me, può servire subito l'insediamento presso la Presidenza del Consiglio di una Commissione di alto livello che, in un tempo congruo ma definito, elabori una proposta di riforma da sottoporre al concerto degli enti locali e al contributo del Parlamento. Del resto siamo nel momento della ricorrenza del Centocinquantenario di Roma Capitale e il governo avrebbe tutto il titolo per prendere questa iniziativa. Penso anche che il Pd dovrebbe proporre un referendum consultivo, ai sensi dello Statuto di Roma Capitale, per cristallizzare l'enorme consenso popolare sull'avvio di una riforma istituzionale della Capitale».

Morassut, ma dicendo tutte queste cose, non è che proprio lei si sta candidando a sindaco?
«Ho già detto che non partecipo alle primarie».

Ultimo aggiornamento: 11:24 © RIPRODUZIONE RISERVATA