Roma, i "rovistatori" dei cassonetti diventano operatori del riciclo

Giovedì 24 Gennaio 2019 di Lorenzo De Cicco
Roma, i "rovistatori" dei cassonetti diventano operatori del riciclo

«Vogliamo valorizzare le loro competenze», dicono in Campidoglio. Che è pronto a spedire 36 abitanti dei campi rom a occuparsi della «raccolta di materiali» per conto di cooperative e ditte del settore, molte delle quali lavorano anche in sinergia con l'Ama, la municipalizzata dei rifiuti. Da rovistatori dei cassonetti a operatori del riciclo, col placet dell'amministrazione di Virginia Raggi.

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«L'idea - spiegano in Comune - è trasformare capacità applicate finora in ambiti illegali, in attività regolari. In questo modo non solo ne trae vantaggio il decoro della città, ma si producono anche introiti per il fisco, perché per tutti i contratti si pagheranno le tasse».

Si vedrà. Certo è che la giunta capitolina sta provando a trovare un'occupazione ai rom degli accampamenti che dovranno essere chiusi entro il 2021. Il piano Rom è stato approvato nel 2017 e alla scadenza, ormai, mancano meno di due anni. Per questo, per rendere «economicamente indipendenti» gli abitanti dei villaggi, il Comune ha preso a organizzare corsi di formazione e colloqui con gli assistenti sociali. Il primo campo in cui l'attività ha cominciato a dare qualche frutto è quello della Barbuta, estrema periferia Sud Est di Roma, non distante dall'aeroporto di Ciampino.

Qui, finora, il Campidoglio è riuscito a trovare un lavoro (o uno stage) a 46 nomadi e altri 21 persone hanno iniziato un corso di formazione. Gli impieghi? C'è chi è stato assunto in un mercato, chi fa le pulizie, chi passa il turno a sfrondare siepi come giardiniere. Dieci donne del campo della Monachina, sulla via Aurelia, hanno trovato invece occupazione come sarte in un laboratorio.

Ma la maggior parte dei nomadi che ha trovato lavoro è stata ingaggiata da imprese che si occupano della raccolta di rifiuti e materiali, da destinare poi al riciclo. Ditte, viene spiegato dal Campidoglio, inserite nel circuito dell'Ama e che potranno sfruttare le «esperienze pregresse», molto meno edificanti, di chi era abituato a frugare nei bidoni del pattume.

LE NUOVE SANZIONI
Per i rovistatori che invece non vorranno abbandonare il vecchio mestiere e convertirsi al riciclo (legale), sono in arrivo multe salate, così almeno promettono da Palazzo Senatorio. È pronto un nuovo regolamento della Polizia urbana, insomma dei vigili, che proibirà di «rovistare, prelevare ed asportare qualsiasi materiale giacente» nei cassonetti.

Sarà vietato insomma «soffermarsi nei pressi dei luoghi destinati al conferimento di rifiuti senza giustificato motivo» e «rovistare nei contenitori della raccolta dei rifiuti urbani e nei cestini stradali, nonché prelevare e asportare, anche attraverso l'utilizzo di mezzi mobili, i rifiuti contenuti negli stessi». Il nuovo codice dei pizzardoni è già stato votato in giunta, a metà novembre, e nel giro di qualche settimana dovrebbe essere bollinato dall'Assemblea capitolina, dopo un passaggio nei municipi. L'importo esatto delle contravvenzioni sarà fissato con una delibera a parte, ma si dovrebbe arrivare fino a 200 euro, come già avviene in altri comuni lungo lo Stivale.

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