Roma, emergenza rifiuti, Ama: «A settembre rischio oltre mille tonnellate in strada»

Sabato 7 Agosto 2021
Roma, emergenza rifiuti, Ama: «A settembre rischio oltre mille tonnellate in strada»

L'allarme sull'emergenza rifiuti che scoppierà a Roma a settembre arriva da medici e netturbini dell'Ama, la partecipata capitolina che si occupa della raccolta dell'immondizia nella Capitale. Due soggetti molto diversi che lanciano lo stesso allarme.

Ama ha dato il la e ha lanciato un allarme alle istituzioni sulla raccolta dei rifiuti nella Capitale. In una lettera inviata alle istituzioni l'azienda avrebbe infatti rappresentato il rischio che dal primo settembre, a causa della indisponibilità al conferimento di alcuni impianti, potrebbero rimanere in strada oltre mille tonnellate di rifiuti a settimana.

 

I medici hanno raccolto l'allarme e hanno spiegato perché è preoccupante anche dal punto di vista sanitario.

Sulla gestione dei rifiuti a Roma «non si possono mettere le toppe, serve un piano strutturale. Il problema della spazzatura in strada e del conseguente rischio sanitario poteva esserci già adesso, fortunatamente è agosto e la città è semivuota. A settembre c'è il pericolo che la questione esploda nel peggiore dei modi. Ma se si lavora immediatamente, senza aspettare, credo potremo evitare tutto questo. Cerchiamo di evitarlo, per la salute di tutti. Bisogna mettersi a un tavolo e fare un piano industriale serio». A dirlo all'Adnkronos Salute è il presidente dell'Ordine dei medici di Roma, Antonio Magi, commentando l'allarme dell'Ama, che sarebbe contenuto in una lettera alle istituzioni capitoline, sul rischio che oltre mille tonnellate di spazzatura possano rimanere nelle strade romane. «Non è la prima volta che l'Ama lancia allarmi dopo il rifiuto degli impianti al conferimento della spazzatura», ricorda Magi. «E già come medici siamo intervenuti con forza pochi giorni dopo il primo allarme, perché i cumuli di rifiuti lasciati per strada rappresentavano un rischio epidemico serio», ha ricordato Magi sottolineando le difficoltà strutturali della capitale. «Noi abbiamo 4 milioni di tonnellate di rifiuti che mandiamo all'estero e il resto distribuito nelle varie Regioni. Nel Lazio abbiamo poche possibilità di conferimento. Speravo che con la campagna elettorale si mettessero d'accordo tutte le parti su questo argomento vitale, per non fare una figuraccia collettiva, sia Regione che Comune. Ma non vedo accordi al momento», conclude.

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