Roma, rapina choc in una villa sulla Prenestina: madre e figlio legati

Giovedì 19 Novembre 2020 di Marco De Risi
Rapina choc in villa: madre e figlio legati

Madre e figlio in balia di due banditi armati. La rapina è accaduta lunedì notte in un’abitazione alla periferia della via Prenestina. Un colpo rocambolesco durante il quale madre e figlio sono stati legati dai banditi incappucciati e armati di pistola. I malviventi hanno messo la canna della pistola appoggiata alla testa della vittima per incuterle maggiore terrore e così indurla a parlare su dove teneva la roba di valore. Sono passati minuti che sono sembrati interminabili per madre e figlio alle prese coi due armati. Il colpo è stato messo a segno in una villa di via Castelsardo, poco distante dalla località Colle del Sole.

L’agguato

I banditi hanno aspettato che la madre rincasasse per bloccarla mentre usciva dalla sua auto.

Con le pistole hanno costretto prima la donna e poi il figlio a farsi legare i polsi in modo da essere inoffensivi. I banditi sono riusciti a mettere le mani su alcuni orologi preziosi. Da una prima stima si tratterebbe di merce dal valore di oltre 60.000 euro. I rapinatori hanno messo a soqquadro la casa mettendo le mani sugli orologi.

È un giallo anche la fuga dei malviventi che per dileguarsi hanno rapinato l’auto della vittima. Sono spariti a bordo dell’auto che però è stata ritrovata bruciata a qualche chilometro di distanza. Sono dovuti intervenire i vigili del fuoco dopo che si è scoperto che si trattava dell’auto rapinata. Perché i banditi hanno usato per fuggire l’auto della donna e poi invece di abbandonarla gli hanno dato fuoco? E’ la polizia ad occuparsi dell’indagine. Come madre e figlio sono riusciti a liberarsi, tramite i vicini, si sono rivolti alla polizia. Alcune Volanti hanno raggiunto via Castelsardo trovando madre e figlio ancora terrorizzati. Sul posto è stato fatto arrivare il personale di un’ambulanza che ha visitato subito le vittime della rapine. Sono state trovate agitate ma in buone condizioni di salute.

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Il racconto

 «Ero scesa dalla macchina - ha raccontato la donna agli investigatori - quando si sono materializzati quei due armati di pistola. Non ho potuto vedere le loro facce perché erano incappucciati. Ma dal dialetto mi sono sembrati romani. Ho avuto una paura da morire quando sono stata legata in compagnia di mio figlio che ha 18 anni». Sul posto è intervenuta anche la polizia scientifica: gli agenti hanno effettuato un accurato sopralluogo per intercettare eventuali tracce lasciate dai banditi. L’assenza di impronte digitali sembra accreditare l’ipotesi che i criminali abbiano usato guanti.

Il mistero

Rimane da spiegare il mistero dell’auto bruciata dai banditi: perché dopo averla usata per la fuga non l’hanno abbandonata e hanno avuto la premura di darle fuoco? L’auto è stata lasciata qualche chilometro di distanza prima di eliminarla. Gli agenti hanno appurato che si tratta di incendio doloso, perché hanno trovato tracce di benzina.

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