​Quel simbolo dell’incuria che affligge la Capitale

Sabato 23 Marzo 2019 di Paolo Graldi
Quel simbolo dell incuria che affligge la Capitale
Una buona notizia, finalmente. La sindaca Raggi è infuriata. Si capiscono i perché. Lo schiaffone giudiziario che ha portato in carcere Marcello De Vito, subito defenestrato dal M5S, ha aperto i giorni dell’ira. Poi lo schiaffo a Frongia, indiziato per corruzione, e immediate dimissioni da assessore, (il nono) ha scatenato una rabbia incontenibile. Ma c’è di più. Si è fatto davvero pesante il rapporto con i cittadini, delusi, imbufaliti, al limite della rivolta. Sotto accusa, buche a parte, il trasporto e i suoi accessori. Tra questi ultimi le scale mobili della Metro A. Si scassano spesso e pazienza. Il guaio è che non le riparano. Quella di piazza della Repubblica, al centro che più centro non si può, è ferma da 5 mesi e si aspettano i pezzi di ricambio. A piazza Barberini, l’altra sera, è andata in tilt una rampa: disagi e maledizioni, poi riparata a metà, anche qui in attesa dei ricambi. La congiunzione astrale della quale si vantava De Vito, pensando alle mazzette da incassare e da spendere, si sta rivelando uno tsunami per l’intera amministrazione che inciampa di continuo sulla propria inadeguatezza. E così le scale mobili che hanno portato in fretta in Campidoglio la Raggi e gli amici del bar si sono accartocciate rovinosamente e si trasformano in una metafora che narra di ambiziosi allo sbaraglio. Scandali con manette su onestà solo sbandierate e gestione degli ingranaggi deficitaria hanno fermato la scala mobile del potere capitolino. Purtroppo, l’ira non vale più una lira.
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