Paralisi Capitale, quei 380 milioni
stanziati e mai spesi per ripartire

Martedì 2 Luglio 2019 di Fabio Rossi
Paralisi Capitale, quei 380 milioni stanziati e mai spesi per ripartire

Messi insieme risolverebbero, a scelta, almeno uno dei problemi più sentiti della Capitale. Come sostituire 1.500 dei 2.131 mezzi pubblici - tra bus, tram e filobus - che costituiscono la flotta a disposizione dell’Atac. Oppure lanciare un piano di manutenzione straordinaria delle strade romane, su larga scala, per i prossimi due anni. O, nello stesso periodo, ridurre dal 9 al 5 per mille l’addizionale comunale Irpef (la più alta d’Italia) pagata dai romani anche per saldare i 12 miliardi del debito storico del Campidoglio. Quei 380 milioni invece sono rimasti lì, inutilizzati, nelle casse di Palazzo Senatorio. In gergo tecnico si chiama overshooting, e si verifica quando un ente pubblico non riesce a investire tutti i soldi che ha a disposizione. E l’amministrazione comunale romana, per una serie di problemi, su questo fronte è purtroppo in prima fila.

L’overshooting è il termometro dell’inefficienza della macchina amministrativa. I ritardi si accumulano lungo tutto l’iter - dalle autorizzazioni alla progettazione esecutiva, fino ai collaudi - e portano troppe volte a superare i tempi previsti per il via libera definitivo a un’opera pubblica o a un piano di manutenzione cittadina. Il vero “tappo” si forma però nelle commissioni aggiudicatrici degli appalti, dopo che le inchieste degli ultimi anni hanno messo in luce le troppe falle del sistema sul colle capitolino. I funzionari, evidentemente impauriti dalle possibile conseguenze giudiziarie, rinunciano a far parte delle commissioni con pretesti di ogni tipo: dalla cerimonia in famiglia a temporanei problemi di salute. E così è difficile trovare qualcuno che «firmi le carte» per far andare avanti qualsiasi pratica. Ma ci sono anche bandi sbagliati, ricorsi di aziende escluse dagli appalti, errori della burocrazia comunale.

In questo contesto, nel 2017 il Campidoglio ha mancato l’obiettivo del “pieno utilizzo” dei fondi per oltre mezzo miliardo di euro: 331,5 milioni di spese correnti e 206,4 di investimenti. Nel 2018 sono stati presi alcuni accorgimenti per ridurre il fenomeno, invitando sia i tecnici dei dipartimenti centrali che quelli dei Municipi a una «rigorosa comparazione tra le risorse disponibili e l’effettiva capacità di spesa». A conti fatti, tra una variazione di bilancio e l’altra, sono tornati a casa altri 380 milioni. Con conseguenze pratiche molto rilevanti per la vita quotidiana dai romani.

Tra gli investimenti slittati nel 2018 c’è, per esempio, il rifacimento della tangenziale est: in particolare, sono stati rinviato agli anni successivi (salvo ulteriori complicazioni) i lavori di messa in sicurezza delle barriere di protezione e di manutenzione straordinaria del fondo stradale lungo l’intero tratto compreso tra la galleria Giovanni XXIII e la nuova circonvallazione interna (ossia il tunnel Nomentana-Tiburtina). Stessa sorte per la manutenzione straordinaria di via Portuense (tre milioni di euro) e di via della Pineta Sacchetti (1,5 milioni). Quindi via Cristoforo Colombo, dove l’amministrazione comunale ha messo da parte 4,7 milioni per far partire gli interventi sulle corsie centrali. Nulla da fare, l’anno passato, neanche per la sostituzione di scale mobili, tapis roulant e ascensori nelle stazioni della metro B: visto quello che è successo negli ultimi mesi sulla linea A - tra piazza della Repubblica, piazza Barberini e piazza di Spagna - c’è soltanto da tenere le dita incrociate. Ieri, per esempio, sulla metro B e B1 era fuori uso almeno un impianto in 17 stazioni (su 26).

Per non parlare dell’eterna gara per il rifacimento del selciato di piazza Venezia, bandita a dicembre del 2016 nell’ambito degli interventi straordinari per il Giubileo della Misericordia e ancora non conclusa. E sono ben undici (su 92) i progetti approvati per l’evento religioso (e finanziati dallo Stato) ancora da mettere in cantiere. Piccolo particolare: la Porta Santa è stata chiusa il 20 novembre 2016, “appena” 954 giorni fa.
 

Ultimo aggiornamento: 15:49 © RIPRODUZIONE RISERVATA