Discariche provvisorie da riattivare o da ampliare tra Albano, Civitavecchia e Roccasecca.
Ieri la Città metropolitana di Roma ha completato la mappatura delle aree bianche dove poter collocare un catino per lo sversamento: oggi sarà inviata ai tecnici del ministero della Transizione ecologica e a quelli della Regione, ma a quanto trapela non sarebbero stati individuati siti adeguati (cioè lontani da abitazioni, scuole o falde acquifere) nella Città eterna, dando manforte al no del Comune. Guardando agli altri pezzi del puzzle, sull’asse governo-Regione-Comune - si lavora a sbloccare discariche provvisorie lontane da Roma, anche perché quella di Civitavecchia si esaurirà tra un mese e quella di Viterbo (dove i fornitori di Ama manderanno i materiali fino alla fine di giugno) tra sei mesi.
In quest’ottica, si guarda in casa di Manlio Cerroni e alla discarica di Albano, che il re della Monnezza ha girato alla Ecoambiente. Il catino è fermo perché serviva un Tmb bruciato qualche anno fa. C’è da convincere l’imprenditore e i residenti, ma per attivare il sito basta cambiare l’autorizzazione, non più collegata al vecchio Tmb. Intanto, anche dopo un incontro tra il ministro Cingolani e la responsabile del Viminale, Luciana Lamorgese - sarebbero pronti gli strumenti giuridici per sbloccare l’autorizzazione per il quinto bacino a Roccasecca, nel Frusinate. Il suo proprietario Valter Lozza, agli arresti domiciliari dopo l’inchiesta della Procura di Roma sull’autorizzazione al sito di Monte Carnevale, ha ritirato la richiesta per ottenere l’ampliamento. Siccome Lozza non è decaduto dopo l’inchiesta e la sua società (la Mad) non si può commissariare, si va verso un provvedimento di esproprio o di requisizione in uso per pubblico servizio su input del ministero dell’Interno. È inutile dire che fioccheranno non pochi contenziosi. Ma lo stesso strumento potrebbe essere utilizzato anche per autorizzare nei prossimi mesi un allargamento della discarica di Fosso Crepacuore, a Viterbo, e sempre di proprietà della Mad.
Santa Palomba
Nel piano di Cingolani ci sarà spazio anche per l’innovazione. Nel suo piano industriale Ama ha inserito un nuovo Tmb da 540mila tonnellate, che l’amministratore unico Stefano Zaghis non esclude di costruire a Santa Palomba, nei pressi di Pomezia. C’è un impianto di dimensioni non diverse, ma più legato al concetto di multimateriale anche nel piano dei rifiuti del Lazio. L’idea sarebbe di unire le due cose, per creare una struttura capace di trasformare più rifiuti indifferenziati non soltanto in Css (che si bruciano negli inceneritori) ma anche in biocarburanti o idrogeno. In questo modo sarebbe minore il ricorso alle discariche per gli scarti di lavorazione.