Lazio, superati i mille contagi: «Ora visite a domicilio per liberare gli ospedali»

Domenica 18 Ottobre 2020 di Alessia Marani e Francesco Pacifico
Roma, superati i mille contagi: «Ora visite a domicilio per liberare gli ospedali»

Visite a domicilio per ridurre il ricorso alle strutture ospedaliere, per non ingolfare i dipartimenti di emergenza e paralizzare anche i trasferimenti in ambulanza. È la strategia di Regione e Spallanzani, che con il direttore sanitario Francesco Vaia avvierà un servizio ad hoc con i medici di famiglia in questa direzione. Non a caso l’assessore regionale alla sanità Alessio D’Amato sprona i medici di base: «Non esitate, recatevi dai pazienti a domicilio». Saranno due settimane decisive per capire se la curva dei contagi salirà vertiginosamente oppure darà segnali di inversione di rotta e lo stesso D’Amato avverte: «Se la curva non si piega, la situazione sarà critica».

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E dall’allerta arancione si passerà al rosso. Ieri nel Lazio i casi positivi hanno superato quota mille: 1198 a fronte di 23mila tamponi, per 197 si tratta di recuperi della Asl di Frosinone (ossia comunicati in ritardo), 574 sono a Roma città. Nella Capitale, dove i decessi continuano a riguardare 70enni e 80enni con patologie pregresse, va registrato nell’Asl Roma 1 il trasferimento dei 23 ospiti positivi nell’Ostello Caritas di via Marsala alla stazione Termini, dove anche alcuni operatori erano stati contagiati, Nella Asl Roma 3 c’è un link a una palestra nell’hinterland di Ostia. 
Come detto, l’obiettivo in questa fase è alleggerire la pressione su ospedali (che hanno quasi esaurito i posti non Covid) e i pronto soccorso, che stanno esplodendo e fanno fatica a trasferire i positivi in altre strutture.

La soluzione, secondo Regione e Spallanzani, passa per un rafforzamento dell’assistenza domiciliare con i medici di base.

In quest’ottica già questa settimana il professor Vaia partirà con una sperimentazione a Monteverde - il progetto si chiama “10 per 10” - dove medici di famiglia e sanitari della Asl si prenderanno in cura dieci pazienti (cronici come affetti da patologie più lievi) ciascuno e garantiranno direttamente nelle loro abitazioni prestazioni come tamponi rapidi, ecografie polmonari con scanner mobili, elettrocardiogramma, misurazione dei parametri vitali quali pressione e saturazione. Sempre a casa saranno effettuati screening e somministrate terapie. L’obiettivo è quello di evitare che questi soggetti non si rechino in ospedale, lasciando spazio sia ai malati Covid sia a quelli che soffrono di tumore e patologie degenerative, che nei mesi del lockdown si sono tenuti lontani dai nosocomi. 


I CONCORSI
Intanto la rete ospedaliera Covid è stata rafforzata in tutto il Lazio di 700 posti letto, 311 quelli destinati alle terapie intensive. A breve dovrebbe essere totalmente destinato alla cura del virus il Città di Roma. Le Regione, con non molte difficoltà circa la riconversione delle strutture, dovrebbe aprire altri Covid Center. Sta, poi, richiamando infermieri destinati alle aziende ospedaliere bisognose attingendo dalla graduatoria del concorsone del Sant’Andrea, affidandosi agli interinali per colmare il gap degli autisti Ares 118.

Su 7mila idonei in graduatoria, ai primi di ottobre si è arrivati a chiamare fino al numero 2598, mentre per i contratti a tempo determinato legati all’emergenza Covid-19 si stanno scorrendo tutte le posizioni, al netto di chi ha un contratto a tempo nel privato e, quindi, non è invogliato a lasciare il posto attuale. Nell’ultima settimana i ricoverati nelle terapie intensive sono aumentati di 30 unità, 126 i nuovi ricoveri, 4382 le persone aggiunte all’isolamento domiciliare. Il timore è che, nei prossimi giorni, il rapporto tra casi positivi e tamponi effettuati superi il 5%, trend oltre al quale il tracciamento diventa difficile o quasi impossibile. 
 

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