«Ieri notte ho fatto muro finché ho potuto, ero lì davanti a quel parco insieme a residenti e associazioni animaliste. Ho fatto appello alle forze dell'ordine affinché non abbattessero quella mamma di cinghiale con i suoi cuccioli.
Federico Coccia, medico veterinario e ricercatore all'università di Teramo, è davvero su tutte le furie. «Abbattere quegli animali è costato meno tempo e fatica. Si potevano trovare soluzioni alternative, anestetizzarli, sterilizzarli e rimetterli in libertà. Oppure portarli in luoghi recintati. Ci sono molte aziende che li avrebbero tenuti, aree preposte dove si conservano animali sequestrati. Erano solo 5 animali». Invece dopo essere stati narcotizzati con l'ausilio della Polizia provinciale armata di fucili sono stati uccisi.
«Sono anni che chiedo all'amministrazione comunale e regionale un tavolo tecnico per risolvere il problema - spiega - hanno riempito le città di monopattini quando potevano investire due soldi per controllare le nascite dei cinghiali. Oggi è diffciile sapere il numero esatto di questi animali a Roma perché non sono mai stati monitorati. Si stanno riproducendo perché i cacciatori sparando li fanno scappare. I cinghiali si sparpagliano e vanno in altri gruppi: in questo modo le nascite si verificano due volte l'anno, invece che una sola».
Questa è diventata negli anni un'emergenza: attraversando la strada i cinghiali diventano un pericolo per loro e per noi. Basta vedere quanti incidenti si sono verificati. Il Comune se ne è sempre disinteressato anche se esiste una commissione ambiente che dovrebbe lavorare su quessto. Ieri non c'èra nessun rappresentante del Comune. Una vergogna»