Roma, case popolari occupate: «Inerzia del Campidoglio»

Mercoledì 31 Marzo 2021 di Giuseppe Scarpa
Roma, case popolari occupate: «Inerzia del Campidoglio»

Ottocento case popolari occupate nel litorale romano in poco più di un anno. Immobili che per troppo tempo rimangono vuoti, il dipartimento patrimonio e politiche abitative non li riassegna con celerità. In questo modo diventano terra di conquista dei più scaltri e spregiudicati. Adesso la procura di Roma indaga per il reato di occupazione, sulla base di una dettagliata informativa del X gruppo polizia municipale di Roma.

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LA STORIA
La signora era appena deceduta. Anziana, pensionata, sola e residente in una casa popolare a Ostia. Quando i vicini hanno saputo che la dirimpettaia era passata a miglior vita, hanno iniziato a ristrutturare il loro immobile. Tuttavia i lavori per il rifacimento, buttando giù qualche muro, hanno poi inglobato anche i sessanta metri quadri della vicina defunta. Per mettere fine all'ennesima occupazione sono dovuti intervenire i caschi bianchi del X gruppo mare. Ma ciò che sembra una vicenda singolare è invece una storia molto comune. D'altro canto i numeri sono lì a dirlo.
A conti fatti le occupazioni delle case popolari a Roma tra Ostia e Acilia viaggiano a una media di due al giorno. In questo ultimo anno la polizia di Roma Capitale è intervenuta in quasi 800 casi. Una situazione che è divenuta ormai insostenibile. Esplosiva. Tant'è che la procura di Roma indaga. I pm hanno ricevuto un'informativa da parte della polizia municipale in cui si punta il dito anche nei confronti del dipartimento patrimonio e politiche abitative. Colpevole, almeno secondo gli investigatori, di un'eccessiva lentezza nell'assegnazione delle case.
E sono proprio questi eccessivi tempi di attesa nel consegnare le chiavi degli appartamenti, il terreno fertile su cui si muovono personaggi scaltri e criminali.

Quando una casa si libera, per la morte del legittimo intestatario, oppure quando un immobile viene sgomberato dagli abusivi da parte delle forze dell'ordine rimane vuoto per troppo tempo. Ecco allora che viene occupato.


LA GUERRA
Ogni appartamento comunale libero tra Ostia e Acilia è terra di conquista. Un mercato parallelo che va oltre quello delle liste ufficiali che prevedono la regolare assegnazione di una casa popolare a chi ne ha diritto.
Gli escamotage per evitare di essere sbattuti fuori, da parte di chi la casa la occupa senza titolo, sono tra i più svariati. C'è chi si presenta di fronte alle forze dell'ordine con un bebè in braccio o con un parente anziano e gravemente disabile. In questo modo si guadagna tempo prezioso e alla fine diventa difficile allontanare chi l'appartamento l'ha occupata a discapito di chi è in lista e attende un'assegnazione che è tale solo sulla carta.
Le zone dove regolarmente le forze dell'ordine combattono una guerra quotidiana contro chi occupa gli immobili sono a Nuova Ostia, piazza Gasparri, via Marino Fasan, via della Corazzata e via Guido Vincon. Ad Acilia il villaggio San Giorgio e il villaggio San Francesco e in via Alberto Galli.
Ad Ostia la storia degli immobili di edilizia popolare occupati rimanda al clan degli Spada. Famiglia che per diversi anni ha gestito il racket degli appartamenti del comune nella fetta di territorio dove esercitavano il loro potere. Nuova Ostia. La Cassazione a marzo del 2020 ha condannato diversi esponenti egli Spada ad un totale di 56 anni di carcere proprio per la gestione criminale degli appartamenti comunali.
Un business che da un lato permetteva delle entrate economiche, le case venivano affittate e generavano un introito sicuro nelle casse della famiglia. Dall'altro lato era questo un modo per controllare il territorio.

Ultimo aggiornamento: 10:27 © RIPRODUZIONE RISERVATA