Si inasprisce sempre di più la lotta contro il boom pedaggi sull’autostrada A24 e A25 dopo una notizia che ha quasi dell’incredibile. Cento sindaci di Lazio e Abruzzo hanno appreso che gli aumenti in programma dal 1° luglio potrebbero essere solo una assaggio e che entro il 2030 potrebbe concretizzarsi una stangata del 375%.
Contro il piano che prevede la stangata del 375% dei pedaggi - una mazzata senza precedenti per i pendolari di Roma, Tivoli, Castel Madama, Carsoli, Subiaco, Valle dell’Aniene, L’Aquila, Avezzano e Pesacara - si è schierato anche il presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio che ha scritto a Draghi. La patata bollente dell’A24 e A25 è ormai passata dal Ministero dei Trasporti al tavolo del governo. Per rappresentare le ragioni dei territori dei 100 sindaci e ben 51 parlamentari di tutti i partiti, dal Pd a Fratelli d’Italia, eletti nel Lazio e in Abruzzo, hanno chiesto un incontro al Presidente del Consiglio. «Le citate tratte autostradali- scrivono in coro i parlamentari - rappresentano una infrastruttura strategica tra i versanti Tirreno e Adriatico». Il Comitato dei 100 sindaci torna di nuovo in piazza e chiede ai suoi deputati e senatori di unirsi alla lotta. Il primo appuntamento è dopo Pasqua, il 23 aprile, davanti a 12 caselli autostradali di Lazio e Abruzzo per dire stop a tutti gli aumenti. Un’altra manifestazione è prevista per il 7 maggio. In 14 anni il rincaro della tariffa autostradale è stato del 187 % e con il salasso del 1° luglio un pendolare potrebbe spendere 700-800 euro in più all’anno.