Bar e ristoranti: dopo gli incassi record registrati nell’ultimo trimestre, ora l’apertura delle nuove attività. Dal primo aprile, in 250 hanno infatti depositato la richiesta o acquistato le mura per le attività di prossima apertura. «È il primo vero segnale di uscita dalla crisi Covid. Ora però arriva la parte più delicata perché ai nuovi titolari, soprattutto dei locali del centro, chiederemo di mantenere un certo standard di qualità sui menù» spiega Claudio Pica, presidente della Fiepet Confesercenti Roma.
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Il boom di richieste per i nuovi locali riguarda perlopiù il centro storico. Nello specifico tra il Pantheon e Piazza di Spagna. Seguito dai quartieri Parioli, Prati e infine San Giovanni. A spingere verso la ripresa pure il ritorno del turismo: «Si tratta di un investimento ponderato in un momento di ripresa grazie al ritorno dei turisti» precisa Roberto Rosi, uno dei nuovi titolari che ha avviato la procedura per l’acquisto di un locale nel Tridente: «Ho altre attività nel settore, ho sofferto come tutti durante la pandemia. Ma ho iniziato a vedere i primi segni di ripresa già a marzo. La crisi Covid - sottolinea Rosi- sembra essere davvero alle spalle e la Capitale nei prossimi anni sarà una città al centro di importanti eventi. Ecco perché è importante investire in questo momento in un settore che è in ripresa».
Come confermano gli incassi, tornati ai livelli del 2019 dallo scorso aprile. Nel week end di Pasqua, il ricavo in un solo week end è stato di 22 milioni di euro. Con un trend confermato anche nelle settimane successive e ancora, per il ponte del 2 giugno: dallo scorso giovedì i ristoranti hanno registrato il tutto esaurito.
Fuori dalla crisi dunque, ma anche con imprenditori stranieri: «Molte delle nuove licenze sono state chieste da imprenditori stranieri, questo soprattutto per il Centro storico. Ciò significa che il mercato romano è tornato a respirare. Anche se l’attenzione in questi casi è altissima per il rischio di infiltrazioni criminali. Ci sono dei pesanti precedenti e tutte le misure di accertamento e controlli sono state attivate» conclude il presidente Pica.
Il timore infatti è che la criminalità organizzata possa approfittare della flessione nel mercato romano per ripulire così il “denaro sporco”. Ecco perché le associazioni di categoria avevano segnalato la questione alla Prefettura chiedendo una task force composta da polizia, carabinieri e uomini della guardia di Finanza per vigilare sulle transazioni e sui futuri gestori dei locali della Capitale.